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Il Cammino è un’alchimia del tempo sull’anima

Il Cammino è un’alchimia del tempo sull’anima. È un processo che non può essere immediato e nemmeno veloce. Il pellegrino che assomma le giornate a piedi lo sperimenta. Al di là dell’orgoglio un po’ puerile per aver compiuto uno sforzo notevole rispetto a coloro che si accontentano di camminare otto giorni, egli percepisce una verità più umile e più profonda: non basta una breve marcia per venire a capo delle proprie abitudini.
Essa non trasforma radicalmente la persona. La pietra resta rozza perché, per foggiarla, occorre uno sforzo maggiore, occorrono più freddo e più fango, più fame e meno riposo.

Jean-Christophe Rufin, “Il Cammino immortale”

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“Camminiamo la Speranza” di dom Helder Camara

Partire è anzitutto uscire da sé.

Rompere quella crosta di egoismo che tenta di imprigionarci nel nostro “io”.

Partire è smetterla di girare in tondo intorno a noi, come se fossimo al centro del mondo e della vita. Partire è non lasciarsi chiudere negli angusti problemi del piccolo mondo cui apparteniamo: qualunque sia l’importanza di questo nostro mondo l’umanità è più grande ed è essa che dobbiamo servire.

Partire non è divorare chilometri, attraversare i mari, volare a velocità supersoniche.

Partire è anzitutto aprirci agli altri, scoprirli, farci loro incontro.

Aprirci alle idee, comprese quelle contrarie alle nostre, significa avere il fiato di un buon camminatore.

E’ possibile viaggiare da soli. Ma un buon camminatore sa che il grande viaggio è quello della vita ed esso esige dei compagni.
Beato chi si sente eternamente in viaggio e in ogni prossimo vede un compagno desiderato. Un buon camminatore si preoccupa dei compagni scoraggiati e stanchi. Intuisce il momento in cui cominciano a disperare. Li prende dove li trova.

Li ascolta, con intelligenza e delicatezza,
soprattutto con amore, ridà coraggio e gusto per il cammino.

Camminare è andare verso qualche cosa; è prevedere l’arrivo, lo sbarco. Ma c’è cammino e cammino: partire è mettersi in marcia e aiutare gli altri a cominciare la stessa marcia
per costruire un mondo più giusto e umano.

dom Helder Camara

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Di terra, di roccia… di Cammino

« Di terra, di roccia, di pietre ordinate, di foglie morte, di fango, di sabbia o di selciato, tra la mattina e la sera c’é il cammino. Questo cammino é ossessivo. Graffia le dorsali delle colline spelacchiate, sonnecchia nei dintorni degli stagni, taglia dritto i paesaggi in
due parti nette. Ma non é questo che conta. Quello che conta é che porta a Santiago e che là saprete qualche cosa di più su voi stessi. Come se, consumando i vostri piedi sulla strada, voi consumate anche il vecchio che c’é in voi. Alla fine del cammino, purificato, perdonato, tu sarai qualcun’altro. Chi sarai allora?»

(da “Priez pour nous à Compostelle” di P. Barret, J.N. Gurgand)

Con questo post vorrei ringraziare un amico che mi ha aiutata a partire, pensare e pianificare il Cammino e che c’è sempre stato lungo tutta la via. Ormai ci conosciamo da anni e collaboriamo a tanti progetti, ma il progetto più bello è sempre l’amicizia. Grazie, Flavio!

Buon Cammino ogni giorno 😉

Flavio, mio primo hospitalero a Saint-Jean-Pied-de-Port nel 2008
Flavio, mio primo hospitalero a Saint-Jean-Pied-de-Port nel 2008

 

Il Cammino di Compostela non è il Club-Med!

Se contate di trascorrere delle vacanze poco costose con delle prestazioni di lusso, provando anche il brivido del Medioevo,

NON PARTITE!

Se fin dai primi giorni non la finite più di mugugnare contro i vari tipi di alloggi, col pretesto che non offrono ciò a cui siete abituati in vacanza,

TORNATE SUBITO A CASA

e lasciate il Cammino a chi è semplicemente felice di essere su un grande cammino di storia.

IL TURISTA PRETENDE, IL PELLEGRINO RINGRAZIA

Esposto nella Maison des Pèlerins a Saint-Gilles du Gard

Buon rientro… Buen Camino!

Cammina.

Hai un appuntamento…
Ma non sai con chi.

Forse con te stesso…

Cammina.

Con il caldo o con il freddo
Con il sole o la tempesta
Con la gioia o la pena,
Il sorriso o le lacrime,

Cammina.

Attraverso i ricchi incontri
E il tempo della riflessione,

Cammina.

Il sentiero è la tua speranza,
I tuoi passi sono le tue parole,
La fatica, la tua preghiera,
L’orizzonte il tuo obiettivo.

Cammina.

Perché qui la terra
diventa il tuo Cammino.
Oggi
Tu sei te stesso:

Pellegrino.

(Poesia letta a casa di Renée e Paul)

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Il Cammino non è un fine ma un mezzo

“Il cammino in sé non è un fine ma un mezzo: il migliore senza dubbio e il più anticamente conosciuto per liberarci da tutti i legami che c’incatenano ai nostri comodi, alle nostre pigrizie, alle nostre abitudini, ossia in definitiva a noi stessi.
Camminare è bene perché stanca, perché ci purifica: il sacco pesa, le scarpe o i ciottoli della strada vi ammaccano i piedi, il sole picchia con forza, la sete o la fame vi attanagliano, l’anima tenuta prigioniera del corpo troppo ben curato, a poco a poco spicca il volo.”

Da Henri Engelmann, I Pellegrinaggi

Il Cammino mi ha insegnato…

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Credevo di sapere tutto, il Cammino mi ha mostrato che mi sbagliavo!
Volevo cambiare il mondo; a cambiare me stesso per primo, mi ha invitato il Cammino!
Pensavo di aver raggiunto l’ultima meta, il Cammino mi ha detto: Non hai ancora cominciato!
Mi vedevo molto grande, il Cammino mi ha reso piccolo, insignificante!
Credevo di essere forte, il Cammino mi ha insegnato l’umiltà!
La mia vita era complicata, il Cammino l’ha semplificata!
Credevo che certe cose fossero importanti, il Cammino mi ha mostrato le priorità!
Corteggiavo la morte e le sue menzogne, il Cammino mi ha condotto alla vita e alla verità!
Pensavo di essere condannato, il Cammino ha fatto di me un figlio dell’eternità!
La mia vita si limitava al materiale, il Cammino mi ha mostrato la spiritualità!
Contavo sulle mie proprie forze, il Cammino mi ha insegnato che il Signore camminava al mio fianco!
Il mio cuore era disperatamente vuoto, il Cammino, riempiendolo, mi ha insegnato ad amare!


Michel Simonet