Il Giubileo di Notre Dame Du Laus

Tiziana e Benito, due amici pellegrini, mi hanno segnalato, chi per un motivo, chi per un altro, che quest’anno si celebra un’importante ricorrenza, proprio in un luogo che toccherò lungo il mio Cammino. Si tratta dei 350° anniversario delle apparizioni mariane a Benoîte Rencurel, presso quello che oggi è il santuario di Notre Dame Du Laus. Le apparizioni, riconosciute dalla chiesa solo nel 2008, avvennero in modo abbastanza regolare fra il 1664 e il 1718 e videro protagoniste Maria, qui venerata come Nostra Signora del Lago, e Benoîte Rencurel, una giovane pastorella orfana e analfabeta, che ebbe cura di fondare, secondo le indicazione della Madre di Dio, il santuario che oggi accoglie i pellegrini lungo la Via Domitia. Le apparizioni di Maria a Benoîte hanno un aspetto educativo particolarmente significativo: dopo le prime manifestazioni, in cui Maria si limita a tacere,  Benoîte verrà coinvolta in un vero e proprio processo educativo, che la formerà e la consolerà, finché la “Bella Signora” non la inviterà a recarsi a incontrarla presso una cappella vicino al villaggio di Laus. Lì, dove emanava un buon profumo di violette, Benoîte riceve l’indicazione di far costruire, sul luogo della cappella di Notre Dame du Bon Rencontre, un santuario dedicato a Gesù, che avrebbe dovuto diventare luogo di accoglienza e di conversione per i pellegrini.

I profumi che emanano dal santuario sono percepiti dai pellegrini anche oggi, e costituiscono un fenomeno per il momento inspiegato, che attira in questo paesino, incastonato nelle Alpi francesi, ancora numerosi pellegrini. Il santuario di Notre Dame de Laus conserva tuttora al suo interno la cappella dove la Vergine apparve a Benoîte Rencurel. Nell’abside, davanti al Tabernacolo dell’Altare Maggiore, arde la lampada nel cui olio i pellegrini usano intingere le dita della mano destra per farsi il segno della Croce. In piccole fiale, questo stesso olio viene poi spedito in tutta i paesi della Francia e dovunque nel mondo è diffuso il culto di “Nostra Signora del Laus”. È un olio dalle proprietà miracolose. Come la Madonna stessa aveva promesso alla sua Veggente, se fosse stato utilizzato con un profondo atteggiamento di fede verso l’onnipotenza del suo Figlio, esso avrebbe ottenuto prodigiose guarigioni, non solo fisiche ma anche spirituali, come in effetti avviene da oltre due secoli.

Come detto, quindi, quest’anno ricorre il trecentocinquantesimo anniversario delle prime apparizioni di Maria a Benoîte e, per questo motivo, il santuario celebra il suo giubileo, a partire dal 1 maggio 2014 fino al 1 maggio 2015. Tutti i dettagli delle celebrazioni possono essere consultati sul sito del santuario: http://www.sanctuaire-notredamedulaus.com/fr/accueil.html.

In particolare, vi segnalo il pellegrinaggio degli Italiani, che si terrà al santuario nei giorni 17 e 18 maggio 2014, il cui programma può essere trovato su questa pagina.

[Per approfondire la storia del Santuario di Notre Dame Du Laus e delle apparizioni mariane a Benoîte Rencurel, cliccare qui.]

100 Giorni Sul Cammino: le carte in regola!

carte in regola!

I santi lungo il mio Cammino

Il Codex Calixtinus è un codice medievale che raccoglie diversi testi ed è stato redatto fra il 1139 e il 1173. Il codice è un testo fondamentale per il culto jacopeo e il suo libro V costituisce la più antica “guida” ufficiale per i pellegrini che si recavano a Compostela. Una parte di tale libro, la cui traduzione completa potete trovare cliccando qui, indica al pellegrino quali sono i santi le cui reliquie sono disseminate lungo i vari Cammini che portano a Santiago. Ecco quali corpi santi incontrerò lungo il mio Cammino, almeno quelli che Aimery Picaud ritenne utile segnalare da Arles fino alla Galizia:

Cammino d’Arles. Prima di tutto, quelli che vanno a Santiago per il cammino di Saint-Gilles devono rendere visita in Arles al corpo del beato Trophime, confessore; é lui il santo di cui san Paolo, scrivendo a Timoteo, evoca il ricordo e che fu dallo stesso apostolo consacrato vescovo ed inviato per primo in questa città per predicarci il Vangelo del Cristo. É da questa sorgente purissima, dice il papa Zozimo, che tutta la Francia ricevette il ruscello della fede. La sua festa si celebra il 29 dicembre. Bisogna anche visitare il corpo del beato Césario, vescovo e martire, che stabili’ in questa città la regola dei monasteri e di cui si celebra la festa il 1 novembre. E nel cimitero della stessa città, si deve cercare la protezione del vescovo san Onorato il cui l’uffizio solenne si celebra il 16 gennaio. Nella venerabile e magnifica basilica riposa il corpo del molto santo martire Genesio. Infatti, c’é un sobborgo vicino ad Arles, tra le due braccia del Rodano, chiamato Trinquetaille, dove si trova una colonna magnifica di marmo, molto alta ed innalzata sul terreno dietro la chiesa di questo santo. Il beato Genesio, si dice, vi fu attaccato e poi decapitato dal perfido popolino. Ci si vedono ancora oggi le tracce rosse del suo sangue vermiglio. Appena decapitato, il santo prese la sua testa tra le mani e la getto’ nel Rodano. Affido’ poi il trasporto del suo corpo fino alla basilica di Saint-Honorat dove giace con molti onori. La sua testa, invece, seguendo il Rodano e poi il mare, fu condotta da un angelo fino a Cartagèna in Spagna, dove riposa nello splendore ed ha fatto numerosi miracoli. La sua festa si celebra il 25 agosto.
Bisognerà visitare in seguito, vicino ad Arles, un cimitero di un luogo chiamato Aliscamps per pregare, secondo l’uso, per i morti con preghiere, salmi ed elemosine. La sua lunghezza e la sua larghezza sono di un miglio. In nessun altro posto si puo’ trovare un cimitero cosi’ e delle cosi’ grandi tombe di marmo allineate, che portano delle decorazioni scolpite diverse e delle iscrizioni latine di cui il testo antico é incomprensibile. Più si guarda lontano, più s’allunga la fila dei sarcofagi. In questo cimitero ci sono sette chiese. Se in una di queste, un prete celebra l’Eucaristia per i defunti o se un laico ha fatto devotamente dire la messa per loro o se un chierico vi recita il salterio, é certo d’ottenere, nel giorno della resurrezione ultima al cospetto di Dio, l’intercessione dei pii defunti che qui giacciono. Infatti, qui riposano i corpi di numerosi santi martiri e confessori di cui le anime risiedono già nei gaudii del Paradiso. La loro commemorazione si celebra il lunedi dopo l’ottava di Pasqua.
Bisogna anche fare visita con molto riguardo ed attenzione al corpo molto degno del piissimo san Gilles, confessore ed abate, poiché san Gilles, celebre sotto tutte le latitudini, deve essere venerato da tutti, celebrato da tutti, amato da tutti, invocato da tutti e visitato da tutti. Dopo i profeti e gli apostoli, nessuno tra gli altri santi é tanto degno, tanto santo, tanto glorioso, né cosi’ pronto a venire in aiuto. Infatti, é lui che più velocemente degli altri santi soccorre gli infelici, gli afflitti, e gli angosciati che l’invocano. Oh come é bello e come giova visitare la sua tomba! Il giorno stesso in cui qualcuno avrà fatto appello a lui con fervore, sarà esaudito senza nessun dubbio. Ho fatto io stesso l’esperienza di quello che dico : Ho visto nella sua città qualcuno che, avendolo invocato, poté fuggire, grazie a questo beato confessore, il giorno stesso, dalla casa di un calzolaio, un certo Peiro. Questa casa, molto vetusta, crollo’ e fu totalmente in rovina. Chi dunque passerà più tempo vicino a lui ? Chi adorerà Dio nella sua santissima basilica ? Chi bacerà di più la sua tomba ? Chi bacerà il suo venerabile altare o redigerà la storia pia della sua vita ? Un malato infila la tunica di questo santo ed é guarito. Grazie al suo valore onnipotente qualcuno é salvato dal morso d’un serpente ed un altro posseduto dal demonio si vede liberato. Un mare in tempesta si calma. La figlia di Téocrito ritrova la salute lungamente desiderata. Qualcuno, il cui corpo soffre dappertutto, ritrova una salute ardentemente desiderata. Una cerva, prima selvatica, dietro suo ordine si addomestica e si mette al suo servizio. Un monastero, di cui diviene abate, si sviluppa. Un energumeno é liberato dal demonio. Un peccato di Carlomagno, rivelato da un angelo, é lavato. Un morto risuscita. Uno storpio guarisce. Due porte in legno di cipresso, dove figura l’immagine scolpita dei santi apostoli, arrivano da Roma, portate dai flutti del mare fino al porto sul Rodano, senza nessun pilota e per la sola potenza della sua personalità. Ho paura di morire prima d’aver potuto redigere i racconti dei suoi atti molto venerabili, cosi’ numerosi e cosi’ grandi…
Tale é la tomba del beato Gilles confessore, dove riposa pieno di onori il suo corpo venerabile. Che arrossiscano di vergogna gli Ungari che pretendono di possedere il suo corpo ! Che tremino di confusione i monaci di Chamalières che si immaginano di avere il suo corpo intero ! Che caschino in poltiglia i Sansequanesi che si vantano d’avere il suo cranio e pure i Normanni del Cotentin che fanno mostra d’avere il suo corpo tutto intero, poiché in nessun modo, come molti affermano, le sue ossa sacre hanno potuto essere spostate da qui. Infatti, delle persone hanno provato in altri tempi con la frode a portare via un braccio molto venerabile del beato confessore fuori dalla sua patria gardese verso lontane rive, ma non hanno potuto in alcun modo partire con questo.
Si dice che ci sono quattro reliquie di corpi santi che non hanno mai potuto essere tolte dal loro sarcofago. Sono, secondo numerose testimonianze, quelle di san Giacomo, figlio di Zebedeo, quelle del beato Martino di Tours, di san Leonardo nel Limosino e del beato Gilles, confessore del Cristo. Si racconta che il re Filippo (I ?) di Francia cerco’ di trasferire i loro corpi sul suo territorio, ma non riusci’ ad estrarli dalle loro tombe.
Quelli che vanno a Santiago per il cammino di Toulouse devono rendere visita alle reliquie del beato confessore Guglielmo. San Guglielmo era conte, eminente porta-insegne della corte del re Carlomagno, soldato molto coraggioso, esperto di cose belliche. É lui, si dice, che con il suo valore e ardore sottomise le città di Nîmes, di Orange ed altre ancora al potere cristiano. Egli porto’ il legno della croce del Signore nella valle di Gellone, dove condusse vita d’eremita e dove questo confessore del Cristo riposa pieno di onori dopo una vita tutta di devozione. La sua festa si celebra il 28 maggio.
Sullo stesso itinerario, i corpi dei beati martiri Tibèrio, Modesto e Fiorenzo sono pure da visitare. Al tempo di Diocleziano soffrirono diversi tormenti per la fede del Cristo e finirono martirizzati. Riposano ai bordi del’Hérault in una molto bella tomba. La loro festa si celebra il 10 novembre.
Sullo stesso cammino, bisogna andare a visitare il corpo molto degno del beato Saturnino (o Sernin), vescovo e martire, che, fatto prigioniero dai pagani, fu legato davanti al Capitole della città di Toulouse a dei tori selvaggi e squartato. Fu trascinato lungo una scalinata di pietra per un buon miglio. La sua testa scoppio’, il cervello ne usci’ ed il suo corpo fatto a pezzi. Rese cosi’ degnamente la sua anima al Cristo. Fu sepolto in un bel luogo vicino alla città di Toulouse dove, in suo onore, una superba basilica fu edificata dai fedeli. I suoi canonici osservano la regola di san Agostino e Dio vi accorda molteplici grazie. La sua festa si celebra il 29 novembre. […]

Cammino in Spagna. Più lontano, bisogna visitare in Spagna il corpo del beato Domingo, confessore, che costrui’ la strada tra Najera e Redecilla, là dove riposa. Si deve anche far visita ai corpi di san Facundo e Primitivo, la cui basilica fu costruita da Carlomagno; vicino alla loro città (Sahagun) ci sono dei prati con alberi in cui le aste delle lance dei guerrieri, piantate al suolo, mettono foglie, si dice. La loro festa si celebra il 27 novembre. Da li’ bisogna andare a vedere a Léon il corpo venerabile del beato Isidoro, vescovo, confessore e dottore, che istitui’ per i clerici ecclesiastici una piiissima regola, impregno’ della sua dottrina tutto il popolo spagnolo e onoro’ la santa Chiesa tutta intera con le sue opere feconde.
Infine, bisogna rendere visita soprattutto e con la più grande devozione al santissimo corpo del beato Giacomo nella città di Compostella. Che tutti questi santi, così come gli altri santi di Dio, ci aiutino con i loro meriti e le loro preghiere presso Nostro Signore Gesù Cristo, che vive e regna in Dio, nell’eternità dei secoli. E cosi’ sia.

Ringrazio per l’opera di traduzione in italiano l’amico Flavio Vandoni, grazie al cui lavoro sono disponibili diversi approfondimenti sul Codex Calixtinus.

Buon Cammino, Cesare!

Domenica scorsa, mentre me ne andavo in giro per il nord Italia con mio marito a vedere i Campionati Italiani di Corsa Campestre, mi arriva una mail da una persona che non conoscevo. Si trattava di Cesare, un pellegrino che, grazie alle indicazioni ricevute dagli amici di pellegrinibelluno.it, è riuscito a contattarmi. Cesare, come me, voleva partire pellegrino per Santiago de Compostela iniziando il Cammino da casa. Lui abita a Corsico, un paese della cintura milanese, quindi il suo percorso non sarebbe stato molto diverso dal mio e desiderava trovare qualche indicazione proprio sull’itinerario da seguire, così gli ho suggerito di dare un’occhiata qui sul blog e abbiamo fissato un appuntamento per incontrarci di persona.
Così, venerdì scorso, ho avuto il grande piacere di pranzare con Cesare, che oggi è partito per il suo Cammino: era già pronto, aveva ritirato la Credenziale durante una cerimonia organizzata dalla Confraternita di San Jacopo de Compostela qui a Milano, gli ultimi acquisti erano stati fatti…insomma, era già un pellegrino! Il suo Cammino sarà un po’ particolare: Cesare ha fatto voto di povertà e quindi viaggia con una tendina e si prepara ad affrontare il Cammino in modo semplice, completamente abbandonato a quello che gli manderà la Provvidenza. Se tutto andrà secondo i suoi programmi, spera di arrivare a Santiago, a Dio piacendo per la fine di maggio, più o meno quando io starò valicando, a Dio piacendo, il Monginevro. Non posso che augurare a questo pellegrino speciale e coraggioso un buon Cammino di cuore… Che il sole splenda su di te e il vento ti sospinga gentile. E anche a Cesare, come feci con Alessandro qualche anno fa, vorrei dedicare la benedizione che tutti i pellegrini ricevono a Roncisvalle, dopo aver varcato i Pirenei:

“O Dio, che portasti fuori il tuo servo Abramo dalla città di Ur dei Caldei, proteggendolo in tutte le sue peregrinazioni e che fosti la guida del popolo ebreo attraverso il deserto, ti chiediamo di custodirci, noi tuoi servi, che per amore del tuo nome andiamo pellegrini a Santiago de Compostela.
Sii per noi compagno nella marcia,
guida nelle difficoltà,
sollievo nella fatica,
difesa nel pericolo,
albergo nel Cammino,
ombra nel calore,
luce nell’oscurità,
conforto nello scoraggiamento e fermezza nei nostri propositi,
perché con la tua guida giungiamo sani e salvi al termine del cammino e, arricchiti di grazia e di virtù,
torniamo illesi alle nostre case, pieni di salute e di perenne allegria”

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Variante in Camargue per Saintes Maries de la Mer

Quasi un anno fa, un collega mi parlava di un posto bellissimo di cui non sapevo niente: Saintes Maries de la Mer, un paesino sul mare, in Camargue, a una trentina di chilometri da Arles. Avremmo dovuto andarci in viaggio di nozze, ma non c’è stato tempo. Ieri, Stefano l’amico pellegrino che percorrerà con me il tratto francese del mio Cammino, mi chiama e mi propone di aggiungere una deviazione per Saintes Maries de la Mer al nostro itinerario. E perché no? Ricordo che mi ero un po’ informata e, oltre a essere turisticamente attraente per la sua posizione, era stato in passato anche un’importante meta di pellegrinaggio, tanto che anche oggi è meta di un pellegrinaggio importante per la comunità gitana. E così, nel giro di qualche ora, ecco approntata una possibile variante per Saintes-Maries de la Mer, che, se le gambe e il tempo ce lo permetteranno, potremo percorrere.

Tappa 1: Arles – Saintes Maries de la Mer, 35 km

Tappa 2: Saintes Maries de la Mer – Le Grau du Roi, 37 km

Tappa 3: Le Grau du Roi – Palavas les Flots, 20 km

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E ora vediamo un po’ perché sarebbe così interessante includere Saintes Maries de la Mer in questo Cammino.

Le Tre Marie

Secondo una tradizione molto antica, nei primi anni del Cristianesimo approdò in questo porto una barca priva di remi, vele o timone, che portava a bordo le tre Sante Marie e la loro serva Sara. Le tre Marie erano Maria Salomè, Maria di Giacomo e Maria Maddalena. Dal Vangelo di Giovanni, sappiamo che la madre di Gesù aveva una sorella, moglie di Cleofa e madre di Giacomo, detto il Minore: a essa la tradizione sembra attribuire il nome di Maria di Giacomo. Maria Salomè, invece, viene menzionata due volte nel Vangelo di Marco con il nome di Salome e, grazie al Vangelo di Matteo, la possiamo identificare con la madre dei figli di Zebedeo, ossia Giacomo il Maggiore, il cui sepolcro è venerato a Compostela, e Giovanni. Sono queste tre donne a recarsi per prime, dopo il sabato della Risurrezione, al sepolcro di Cristo e a trovarlo vuoto, vegliato dall’Angelo che le invia a portare la buona notizia agli Apostoli.

Secondo una tradizione medievale, le persecuzioni avvenute sotto l’impero di Tiberio avrebbero colpito anche le tre Marie, che sarebbero state arrestate e imbarcate su una nave priva di remi e vele che, condotta dalla Provvidenza, raggiunse la Provenza nel luogo che poi prese il nome di Saintes Maries de la Mer. Qui sorge una delle chiese cristiane più antiche d’Europa e ancora oggi il santuario è molto venerato.

Il culto di Santa Sara

Nella cripta del santuario, inoltre, è venerata Santa Sara, nome che non posso ignorare! Non ci sono fonti sicure per identificare questa santa, anzi, esistono almeno 4 tradizioni diverse:

  1. Una di queste è strettamente legata a quella delle Tre Marie: Sara sarebbe stata, infatti, una delle loro ancelle, che però non era stata imbarcata insieme a loro. Dopo aver supplicato le sue padrone di non abbandonarla, salì sul mantello che intanto Salomè le aveva gettato, usandolo miracolosamente come una zattera, servendosene per raggiungerle sulla barca.
  2. Secondo un’altra tradizione, Sara non proveniva dalla Palestina, ma era originaria della Camargue, discendente da una famiglia nobile e regina di una sua tribù. All’arrivo delle Tre Marie, le avrebbe accolte e si sarebbe successivamente convertita alla nuova religione.
  3. Esiste anche la tradizione secondo cui Sara avrebbe avuto origini egizie, badessa di un convento in Libia, oppure persiane, appartenente ad un gruppo di martiri.
  4. Non mancano, poi, le tradizioni più eretiche, frutto di quella “letteratura di confine” che tanto va di moda di questi tempi: Sara non sarebbe altro che la figlia di Gesù e della Maddalena, nata quando probabilmente la madre si trovava ancora in Palestina, oppure durante la traversata. Secondo queste teorie sarebbe questo il vero Santo Graal, ovvero il Sangue Reale, che la Maddalena avrebbe recato con sé in Provenza ed il “vaso” contenitore non sarebbe allora altro che un’allegoria del suo ventre, che gravido conteneva la stirpe divina, la discendenza di Gesù Cristo (per approfondimenti, potete anche leggere “Il Codice Da Vinci” di Dan Brown che soddisferà tutta la fame di notizie del genere).

Sebbene non sia mai stata santificata dalla Chiesa Cattolica, il culto di questo personaggio è sopravvissuto ai secoli e oggi è venerata come patrona dei Gitani che ogni anno, il 24 e il 25 maggio si radunano per celebrarla, portandone la statua fino al mare.

N.B.: Un ringraziamento particolare a Flavio Vandoni, Georges Grave e a Manrico Canepari per la validazione dell’itinerario della variante e a Stefano Stefani per le informazioni storiche su Saintes Maries de la Mer.

Lacune che si colmano

Con il passare dei giorni e con le ricerche che si approfondiscono, gradualmente anche i dubbi e le lacune iniziano a colmarsi e l’animo della pellegrina a tranquillizzarsi, anche per quelle tappe che sono meno frequentate e quindi meno attrezzate. Così, grazie a Flavio a cui devo sempre di più, ecco che anche le tappe fra Arles e Carcassonne iniziano ad avere alloggi possibilità di alloggi.

Come sempre, troverete questi aggiornamenti nel file excel che ho pubblicato nel post relativo alle tappe. Comunque, ecco il PDF aggiornato con i nuovi dati.

Sète: una delle tappe fra Arles e Carcassonne