Mentre sono in pausa… le foto e altre note

Mentre sono a casa in pausa, in attesa di notizie dal meccanico, mi sono messa al lavoro sistemando le foto scattate lungo il Cammino e ho pensato di buttare giù qualche riflessione fatta.

Innanzitutto, tutte le foto che sto scattando, vengono caricate in alta risoluzione sul mio album Flickr, che potete trovare cliccando qui.

Camminando, in questi primi quattro giorni, ho percorso circa 126 km, partendo da Milano e andando un po’ a zig-zag per la Lombardia, fino a varcare il confine con il Piemonte e arrivare a Vercelli. Prima di partire alcuni mi hanno chiesto se mi fidassi ad andarmene in giro così, da sola, zaino in spalla. Se non me l’avessero chiesto, forse non mi sarei posta il problema, ma a posteriori, posso dire che sì: c’è da fidarsi ad andarsene da soli in giro per i campi e le strade provinciali, anche se si è donna e non si ha un aspetto feroce. In quattro giorni ho ricevuto solo solidarietà, affetto e accoglienza, anche da perfetti sconosciuti e persone che mi conoscevano solo per aver letto qualcosa in questo sito. Di alcuni di loro avete già letto nelle poche righe che ho scritto ogni sera… per me è stato davvero un’esperienza speciale scoprire lo spirito di accoglienza che si cela anche in Lombardia, recentemente nota solo per qualche genio che vuole affondare i barconi dei migranti. La solidarietà e l’accoglienza, lo diceva anche Manzoni, sono insite nello spirito dei Lombardi e si manifestano anche quando eleggiamo personaggi che non sanno fare altro che dire “Prima il Nord”…riscoprire tutto questo sulla mia pelle è stato bellissimo e perciò ringrazio di cuore tutti coloro che mi hanno aiutata, accolta e accompagnata in questi primi giorni, anche solo con una battuta scherzosa, come gli anziani di Nicorvo che abbiamo incontrato al bar ieri mattina.

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Un’altra cosa che mi ha molto colpita è stata il camminare “fuori pista” e anche un po’ “fuori mappa”. Infatti, per i primi 3 giorni, da Milano a Mortara, non ho seguito un Cammino “tracciato”, ma sono andata un po’ a naso.  Il primo giorno, con Stefano, abbiamo seguito la pista ciclabile che costeggia il Naviglio Pavese fra Milano e Pavia; il secondo giorno, per raggiungere la famiglia di Katia a Ferrera Erbognone, ho chiesto aiuto a GoogleMaps, che mi ha portata a destinazione, seguendo un po’ di provinciali e facendo un po’ (pochi!) di sterrati; il terzo giorno ho chiesto a GoogleMaps e poi mi sono inoltrata fra campi e risaie, camminando sugli arginelli che le separano e imprecando contro le sterpaglie e i canali non valicabili.

È stato bello rispondere ai saluti e alle domande curiose della gente che mi vedeva passare in luoghi in cui è difficile vedere un pellegrino o comunque un viandante.  E soprattutto, ho scoperto che sì, si può fare: uscire da casa e andarsene a piedi in giro per il mondo, senza venire investiti da un camion (prestando sempre la massima attenzione!): per chi vi incontrerà sembrerà una cosa strana, ma nel 90% dei casi, più che ostilità mostreranno ammirazione e forse anche un po’ di invidia! E l’esperienza mi ha sicuramente insegnato che i piedi possono davvero portarmi dappertutto, non solo dove non è stato tracciato un sentiero, ma anche dove nessuno ha mai pensato che potesse passare qualcuno!

Infine, sono proprio quei paesi “fuori dalle mappe”, come Ferrera Erbognone o Nicorvo (alcuni mi hanno chiesto dove cavolo fossi finita, perché non si trovano nemmeno sulla Guida Michelin!) a svelare il proprio cuore più accogliente. Sono questi paesini, dispersi fra i campi e le risaie ad avermi ricordato in modo così chiaro – e bello – che l’Italia non è tutta Milano, o Roma, o Torino, ma è fatta da un’infinita costellazione di piccoli e piccolissimi paesini dalla vocazione agricola e dal cuore semplice. Entrando a Cergnago o a Palestro, ad esempio, mi è venuto in mente l’ingresso a Belorado, Tardajos e ad altri numerosissimi e altrettanto minuscoli pueblos spagnoli da cui passa il Cammino Francese. Per tanti pellegrini, quei borghi rappresentano quasi il paradiso: una realtà fuori dal tempo e dal progresso chiassoso delle grandi città… li abbiamo dietro casa e ce li dimentichiamo quasi sempre!

3 commenti su “Mentre sono in pausa… le foto e altre note”

  1. Queste parole sono magnifiche…
    Girare il mondo partendo a piedi si può…il resto sono solo dicerie e freni mentali che si impone la gente.
    Complimenti, sei uno stimolo per chiunque ti segua e non solo sulla via…
    Buon Cammino.

  2. “…c’è da fidarsi ad andarsene da soli in giro per i campi e le strade provinciali, anche se si è donna e non si ha un aspetto feroce. In quattro giorni ho ricevuto solo solidarietà, affetto e accoglienza”
    Condivido pienamente! Per aver provato anch’io le stesse cose sulla mia, di pelle. Altro che avere paura del prossimo! 🙂

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