Tappe 57 e 58: Mauléon – Saint-Juste Ibarre – Saint-Jean-Pied-de-Port

Gli ultimi due giorni mi hanno regalato emozioni molto intense, che faccio fatica a scrivere in questo momento, perché sono ancora molto vive.
Alla partenza da Mauléon, tutti abbiamo letto l’avviso che consigliava di non seguire il GR78 a causa delle alluvioni delle scorse settimane, ma di seguire la strada dipartimentale. Nonostante la mia recente politica volta a conservarmi in vita e a evitare inutili sbattimenti aggiuntivi (anche perché da alcuni giorni lo zaino mi faceva letteralmente dannare perché ormai troppo grande per il mio corpo), al bivio ho preso il GR, decidendo di seguire un percorso indicato da Google Maps. Sarà che le gambe ormai vanno da sole, sarà che il paesaggio era meraviglioso, ma mai scelta fu più azzeccata! È stata una tappa esaltante, coronata dall’incontro con il barista più gentile di tutto il Cammino.
Dopo una cena all’insegna del partage con i nostri amici Scout, che si fermano a Saint-Jean una settimana per aiutare le famiglie colpite dall’alluvione, stamani sono partita con Zac e Chrissa alle prime luci, per evitare il caldo e perché avevamo un po’ di commissioni da fare in città. Abbiamo camminato per quasi 15km immersi in una nebbia densa, da cui ogni tanto spuntavano mucche o angoli di pascoli sospesi nel nulla, con mucche e pecore che sembravano in paradiso. Arrivati a Saint-Jean-Le-Vieux, il cielo si è aperto e il caldo è arrivato, ma ormai eravamo alla meta: Saint-Jean-Pied-de-Port, l’inizio “ufficiale” del Cammino Francese. Nel corso della giornata abbiamo fatto tutte le cose che ci servivano: la prima era andare all’Accueil e prendere tutte le informazioni necessarie sul Cammino Francese, poi ho dovuto procurarmi un nuovo zaino e spedire a casa un po’ di cose non più necessarie. Risultato: pacco da 2,61kg!
La serata è stata un po’ frenetica: davanti all’Accueil ho incontrato Vincenzo, pellegrino milanese che da domani rotellerà verso Santiago, poi siamo andati tutti insieme alla Messa serale per la benedizione dei pellegrini e, infine, abbiamo abbozzato la cena di saluto con i nostri amici Scout. Abbozzato perché l’unica cosa esistente nella cucina che hanno messo a loro disposizione è un microonde. Quindi ci siamo arrangiati senza pentole, piatti né posate, facendoci delle grasse risate. Almeno fino ai saluti: ci terremo in contatto, ma non trovarli più a fine tappa sarà davvero triste!

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