I santi lungo il mio Cammino

Il Codex Calixtinus è un codice medievale che raccoglie diversi testi ed è stato redatto fra il 1139 e il 1173. Il codice è un testo fondamentale per il culto jacopeo e il suo libro V costituisce la più antica “guida” ufficiale per i pellegrini che si recavano a Compostela. Una parte di tale libro, la cui traduzione completa potete trovare cliccando qui, indica al pellegrino quali sono i santi le cui reliquie sono disseminate lungo i vari Cammini che portano a Santiago. Ecco quali corpi santi incontrerò lungo il mio Cammino, almeno quelli che Aimery Picaud ritenne utile segnalare da Arles fino alla Galizia:

Cammino d’Arles. Prima di tutto, quelli che vanno a Santiago per il cammino di Saint-Gilles devono rendere visita in Arles al corpo del beato Trophime, confessore; é lui il santo di cui san Paolo, scrivendo a Timoteo, evoca il ricordo e che fu dallo stesso apostolo consacrato vescovo ed inviato per primo in questa città per predicarci il Vangelo del Cristo. É da questa sorgente purissima, dice il papa Zozimo, che tutta la Francia ricevette il ruscello della fede. La sua festa si celebra il 29 dicembre. Bisogna anche visitare il corpo del beato Césario, vescovo e martire, che stabili’ in questa città la regola dei monasteri e di cui si celebra la festa il 1 novembre. E nel cimitero della stessa città, si deve cercare la protezione del vescovo san Onorato il cui l’uffizio solenne si celebra il 16 gennaio. Nella venerabile e magnifica basilica riposa il corpo del molto santo martire Genesio. Infatti, c’é un sobborgo vicino ad Arles, tra le due braccia del Rodano, chiamato Trinquetaille, dove si trova una colonna magnifica di marmo, molto alta ed innalzata sul terreno dietro la chiesa di questo santo. Il beato Genesio, si dice, vi fu attaccato e poi decapitato dal perfido popolino. Ci si vedono ancora oggi le tracce rosse del suo sangue vermiglio. Appena decapitato, il santo prese la sua testa tra le mani e la getto’ nel Rodano. Affido’ poi il trasporto del suo corpo fino alla basilica di Saint-Honorat dove giace con molti onori. La sua testa, invece, seguendo il Rodano e poi il mare, fu condotta da un angelo fino a Cartagèna in Spagna, dove riposa nello splendore ed ha fatto numerosi miracoli. La sua festa si celebra il 25 agosto.
Bisognerà visitare in seguito, vicino ad Arles, un cimitero di un luogo chiamato Aliscamps per pregare, secondo l’uso, per i morti con preghiere, salmi ed elemosine. La sua lunghezza e la sua larghezza sono di un miglio. In nessun altro posto si puo’ trovare un cimitero cosi’ e delle cosi’ grandi tombe di marmo allineate, che portano delle decorazioni scolpite diverse e delle iscrizioni latine di cui il testo antico é incomprensibile. Più si guarda lontano, più s’allunga la fila dei sarcofagi. In questo cimitero ci sono sette chiese. Se in una di queste, un prete celebra l’Eucaristia per i defunti o se un laico ha fatto devotamente dire la messa per loro o se un chierico vi recita il salterio, é certo d’ottenere, nel giorno della resurrezione ultima al cospetto di Dio, l’intercessione dei pii defunti che qui giacciono. Infatti, qui riposano i corpi di numerosi santi martiri e confessori di cui le anime risiedono già nei gaudii del Paradiso. La loro commemorazione si celebra il lunedi dopo l’ottava di Pasqua.
Bisogna anche fare visita con molto riguardo ed attenzione al corpo molto degno del piissimo san Gilles, confessore ed abate, poiché san Gilles, celebre sotto tutte le latitudini, deve essere venerato da tutti, celebrato da tutti, amato da tutti, invocato da tutti e visitato da tutti. Dopo i profeti e gli apostoli, nessuno tra gli altri santi é tanto degno, tanto santo, tanto glorioso, né cosi’ pronto a venire in aiuto. Infatti, é lui che più velocemente degli altri santi soccorre gli infelici, gli afflitti, e gli angosciati che l’invocano. Oh come é bello e come giova visitare la sua tomba! Il giorno stesso in cui qualcuno avrà fatto appello a lui con fervore, sarà esaudito senza nessun dubbio. Ho fatto io stesso l’esperienza di quello che dico : Ho visto nella sua città qualcuno che, avendolo invocato, poté fuggire, grazie a questo beato confessore, il giorno stesso, dalla casa di un calzolaio, un certo Peiro. Questa casa, molto vetusta, crollo’ e fu totalmente in rovina. Chi dunque passerà più tempo vicino a lui ? Chi adorerà Dio nella sua santissima basilica ? Chi bacerà di più la sua tomba ? Chi bacerà il suo venerabile altare o redigerà la storia pia della sua vita ? Un malato infila la tunica di questo santo ed é guarito. Grazie al suo valore onnipotente qualcuno é salvato dal morso d’un serpente ed un altro posseduto dal demonio si vede liberato. Un mare in tempesta si calma. La figlia di Téocrito ritrova la salute lungamente desiderata. Qualcuno, il cui corpo soffre dappertutto, ritrova una salute ardentemente desiderata. Una cerva, prima selvatica, dietro suo ordine si addomestica e si mette al suo servizio. Un monastero, di cui diviene abate, si sviluppa. Un energumeno é liberato dal demonio. Un peccato di Carlomagno, rivelato da un angelo, é lavato. Un morto risuscita. Uno storpio guarisce. Due porte in legno di cipresso, dove figura l’immagine scolpita dei santi apostoli, arrivano da Roma, portate dai flutti del mare fino al porto sul Rodano, senza nessun pilota e per la sola potenza della sua personalità. Ho paura di morire prima d’aver potuto redigere i racconti dei suoi atti molto venerabili, cosi’ numerosi e cosi’ grandi…
Tale é la tomba del beato Gilles confessore, dove riposa pieno di onori il suo corpo venerabile. Che arrossiscano di vergogna gli Ungari che pretendono di possedere il suo corpo ! Che tremino di confusione i monaci di Chamalières che si immaginano di avere il suo corpo intero ! Che caschino in poltiglia i Sansequanesi che si vantano d’avere il suo cranio e pure i Normanni del Cotentin che fanno mostra d’avere il suo corpo tutto intero, poiché in nessun modo, come molti affermano, le sue ossa sacre hanno potuto essere spostate da qui. Infatti, delle persone hanno provato in altri tempi con la frode a portare via un braccio molto venerabile del beato confessore fuori dalla sua patria gardese verso lontane rive, ma non hanno potuto in alcun modo partire con questo.
Si dice che ci sono quattro reliquie di corpi santi che non hanno mai potuto essere tolte dal loro sarcofago. Sono, secondo numerose testimonianze, quelle di san Giacomo, figlio di Zebedeo, quelle del beato Martino di Tours, di san Leonardo nel Limosino e del beato Gilles, confessore del Cristo. Si racconta che il re Filippo (I ?) di Francia cerco’ di trasferire i loro corpi sul suo territorio, ma non riusci’ ad estrarli dalle loro tombe.
Quelli che vanno a Santiago per il cammino di Toulouse devono rendere visita alle reliquie del beato confessore Guglielmo. San Guglielmo era conte, eminente porta-insegne della corte del re Carlomagno, soldato molto coraggioso, esperto di cose belliche. É lui, si dice, che con il suo valore e ardore sottomise le città di Nîmes, di Orange ed altre ancora al potere cristiano. Egli porto’ il legno della croce del Signore nella valle di Gellone, dove condusse vita d’eremita e dove questo confessore del Cristo riposa pieno di onori dopo una vita tutta di devozione. La sua festa si celebra il 28 maggio.
Sullo stesso itinerario, i corpi dei beati martiri Tibèrio, Modesto e Fiorenzo sono pure da visitare. Al tempo di Diocleziano soffrirono diversi tormenti per la fede del Cristo e finirono martirizzati. Riposano ai bordi del’Hérault in una molto bella tomba. La loro festa si celebra il 10 novembre.
Sullo stesso cammino, bisogna andare a visitare il corpo molto degno del beato Saturnino (o Sernin), vescovo e martire, che, fatto prigioniero dai pagani, fu legato davanti al Capitole della città di Toulouse a dei tori selvaggi e squartato. Fu trascinato lungo una scalinata di pietra per un buon miglio. La sua testa scoppio’, il cervello ne usci’ ed il suo corpo fatto a pezzi. Rese cosi’ degnamente la sua anima al Cristo. Fu sepolto in un bel luogo vicino alla città di Toulouse dove, in suo onore, una superba basilica fu edificata dai fedeli. I suoi canonici osservano la regola di san Agostino e Dio vi accorda molteplici grazie. La sua festa si celebra il 29 novembre. […]

Cammino in Spagna. Più lontano, bisogna visitare in Spagna il corpo del beato Domingo, confessore, che costrui’ la strada tra Najera e Redecilla, là dove riposa. Si deve anche far visita ai corpi di san Facundo e Primitivo, la cui basilica fu costruita da Carlomagno; vicino alla loro città (Sahagun) ci sono dei prati con alberi in cui le aste delle lance dei guerrieri, piantate al suolo, mettono foglie, si dice. La loro festa si celebra il 27 novembre. Da li’ bisogna andare a vedere a Léon il corpo venerabile del beato Isidoro, vescovo, confessore e dottore, che istitui’ per i clerici ecclesiastici una piiissima regola, impregno’ della sua dottrina tutto il popolo spagnolo e onoro’ la santa Chiesa tutta intera con le sue opere feconde.
Infine, bisogna rendere visita soprattutto e con la più grande devozione al santissimo corpo del beato Giacomo nella città di Compostella. Che tutti questi santi, così come gli altri santi di Dio, ci aiutino con i loro meriti e le loro preghiere presso Nostro Signore Gesù Cristo, che vive e regna in Dio, nell’eternità dei secoli. E cosi’ sia.

Ringrazio per l’opera di traduzione in italiano l’amico Flavio Vandoni, grazie al cui lavoro sono disponibili diversi approfondimenti sul Codex Calixtinus.

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