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In questa pagina riporterò le mie annotazioni lungo il Cammino, per quanto mi sarà possibile… se c’è un posto dove potrete seguirmi, beh, quel posto è qui! Buen Camino!

Tappa 88: Monte do Gozo – Santiago de Compostela. Il Campo delle Stelle

Anche adesso che sono qui a scrivere non mi sembra vero: siamo a Santiago de Compostela! Oggi abbiamo camminato solo per un’oretta, con le luci della città che ci chiamavano. Partiti alle 6:37 (l’orario preferito di Jocelyne), alle 7:30 eravamo davanti alla cattedrale. Il sole sorgeva e io non sono davvero riuscita a trattenere le lacrime: per una volta, Santiago non è la meta finale, ma è dove il mio cuore voleva arrivare. Ed ero lì, insieme a tutti coloro che hanno condiviso con me quest’ultimo mese, con l’uomo che amo e con le persone che sono state messe sul mio cammino, per un motivo o per un altro. Spero di essere riuscita a offrire a ciascuno di loro almeno un sorriso… So che per alcuni il Cammino ha già dato chiari frutti, per altri ancora la strada deve chiarirsi, ma San Giacomo e El de Arriba non lasciano mai soli i pellegrini: che ci credano o no.
Smaltita l’emozione, abbiamo ritirato le Compostela e siamo andati a dare colazione, per poi lasciare in deposito gli zaini e andare alla Messa di mezzogiorno, dove c’è stato il Botafumeiro. Per me, che lo sognavo da anni, è stata un’esperienza unica e ho capito che ogni Cammino è davvero diverso, ogni volta le emozioni sono nuove e le esperienze diverse… E ogni volta Santiago mi entra un po’ di più nel cuore, nonostante la pioggia, il freddo di questi ultimi giorni, i tanti km che ho percorso, i fake pilgrims, le cimici da evitare, le vesciche da curare…ogni volta gli occhi si spalancano e il cuore batte perché è a casa. Il fatto poi di essere arrivati il 15 di agosto – festa dell’Assunta -, dopo essere partita il 15 maggio ed essere passata da Lourdes, casa speciale di Maria, mi ha fatta sentire ancora più coccolata e fortunata.
Nel pomeriggio, abbiamo gironzolato nel centro, incontrato tanti amici e temporeggiato per la cena, al termine della quale abbiamo salutato Mark e Jocelyne, che domani partono per Finisterre, mentre noi aspettiamo un giorno per riposare e festeggiare il compleanno di Alessandro. Spero di rivederli nei prossimi giorni: mi sembra così strano dare a entrambi un arrivederci a tempo indeterminato: proprio loro che ogni tanto spuntavano da un cespuglio chiamando il mio nome o cantando i cori da stadio di Balotelli…
Abbiamo concluso la serata io, Alessandro e Anna passeggiando attorno alla cattedrale alla luce dei lampioni e della luna, godendoci l’atmosfera di Santiago… Una giornata così bella e così strana, visto che mi sembra di essere arrivata a casa, che questo fosse esattamente il posto so a ero attesa! Le cose da dire e i pensieri che mi passano per la testa sarebbero ancora così tanti…ma la notte del pellegrino é fatta per il riposo e io devo darvi la buona notte!

Tappa 87: Arzúa – Monte do Gozo. La vigilia.

Oggi abbiamo camminato 36km, una tappa lunga per poter arrivare letteralmente in vista di Santiago de Compostela entro sera. L’abbiamo presa come una bella e lunga scampagnata, con un paio di colazioni, pausa pranzo e diverse pause per varie foto commemorative in punti significativi del Cammino. Abbiamo camminato un po’ con Elisabeth (che mi perdonerà se scrivo male il suo nome, spero!), una ragazza ungherese che ha lavorato a Torino e parla un po’ di italiano, ma soprattutto è famosa sul Cammino per la mucca di peluche chiamata Rolando che porta sul suo zaino. Lungo la tappa abbiamo parlato di tante cose: di cosa ci ha portati sul Cammino e di cosa portiamo a casa dal Cammino…
Con grande calma siamo arrivati al Monte do Gozo: una volta in Albergue, ci siamo chiesti se non fosse il caso di continuare e arrivare a Santiago, ma in realtà era bello poter assaporare l’idea di essere quasi arrivati, ma non ancora, di conservarci ancora un pezzetto di strada da fare insieme, domani. E così ci siamo sistemati, abbiamo fatto il bucato e condiviso questa ultima cena, in questo Albergue formato villaggio, semivuoto e isolato dal resto del mondo: una bolla di mondo pellegrino che sembra destinata a lasciarti tirare l’ultima boccata di aria del cammino prima della meta, tanto sospirata e ora incredibilmente vicina.
Domani mattina entreremo in Santiago: io e Alessandro, Jocelyne, Zac e Chrissa coi quali ho lasciato Lourdes 36 giorni fa, Rochana, che si è unita al gruppo da così tanto tempo che non so bene quando sia successo, e Anna, che ha provato a lasciarci andare ma il Cammino ci ha sempre fatti incontrare di nuovo… E un motivo forse ci sarà! Per me è una notte di emozione, quasi come quella trascorsa a Saint-Jean-Pied-de-Port…domani vado a trovare un amico, arrivo alla meta tanto sospirata, dopo un viaggio che a volte penso sia durato tutta la vita, altre che sia iniziato ieri soltanto. Ci arrivo con le persone che hanno incrociato la mia strada e con le quali ho imparato di nuovo a camminare in compagnia, aspettando gli altri, preoccupandoci a vicenda dei piedi e dei problemi degli altri, condividendo cerotti e pomate, succhi di frutta e pacchetti di patatine, cene preparate insieme o consumate al ristorante. Ogni giorno alzandoci prima dell’alba e crollando distrutti la sera.
Ci mancano 5km: i più belli, i più sognati, i più tristi, i più gioiosi. Quelli che segneranno per alcuni una tappa, per altri la fine del Cammino, per tutti l’inizio di qualcosa di nuovo… Buona notte a noi e buon Cammino a tutti!

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Tappe 85 e 86: Portomarín – Ponte Campana – Arzúa.

Scrivo questo articolo da Arzúa, circa 38 km prima di Santiago. Le due tappe di ieri e di oggi sono state molto più rilassanti dei giorni che hanno seguito il nostro ingresso in Galizia. Purtroppo, sebbene una delle cose più belle del Cammino sia proprio che non è necessario prenotare e programmare tutto, apparentemente questa settimana questa filosofia non è più mantenibile, soprattutto a causa delle avverse condizioni meteo. Di conseguenza, ho provveduto a prenotare gli albergues per queste due tappe, tornando all’Albergue Casa Domingo, dove già mi ero trovata molto bene due volte, e un privato ad Arzúa. Di conseguenza, abbiamo tutti recuperato un bel po’ di tranquillità nel camminare, tornando ai ritmi rilassati che hanno sempre caratterizzato il nostro pellegrinare. Il nostro programma, ora, è di arrivare domani al Monte do Gozo e a Santiago per la mattina di Ferragosto, in modo da partecipare alla Messa di mezzogiorno, dove dovrebbe esserci anche il Botafumeiro. Questo è il momento della gioia per la meta che finalmente sembra raggiungibile, ma anche il momento di trarre le somme di quanto il Cammino ha dato a ciascuno di noi. Per me il tempo delle somme dovrà aspettare ancora il raggiungimento dell’Oceano: questa volta Santiago sarà davvero una tappa, forse la più importante, forse una delle più tristi, ma una tappa in cui perderò alcuni amici per poi proseguire, con Alessandro, verso la Fine del Mondo.

Tappa 84: Calvor – Portomarin. It’s getting lighter!

La tappa di oggi è stata molto bella: attraverso paesini e stalle, campi di mais e pascoli, insomma in pieno paesaggio galiziano, con l’odore delle mucche come sottofondo principale. Però non vorrei parlare di questo, perché ieri è successa una cosa che mi ha colpita: Anna, una ragazza italiana che cammina con noi da El Ganso ed è partita da León, ha incontrato alcuni pellegrini senza zaino italiani che le hanno fatto i complimenti perché cammina sola senza prendere l’autobus e perché si porta lo zaino. A parte il sorriso che questo episodio ci ha strappato, mi ha fatto riflettere sul fatto che gran parte degli insegnamenti che ho tratto fin qui dal mio Cammino sono legati allo zaino. Come mi ha detto Jocelyne quando ci siamo incontrate di nuovo dopo diversi giorni, una delle cose più sensate e più vere che le abbia detto è che lo zaino alla fine del Cammino deve diventare più leggero. Così come la nostra vita. Fare lo zaino e portarlo sulle spalle equivale ad affrontare le nostre paure e a stimare quanto sappiamo rischiare, quali cose sono per noi irrinunciabili e quali altre secondarie. Vedere tanti camminare senza zaino in questi giorni e anche sentirli affermare quanto sia più facile che portandosi appresso il sacco, mi fa dispiacere per loro perché perdono una grande occasione di discernimento. Infatti è impossibile finire il Cammino sani se le nostre paure sono più pesanti della nostra capacità di portarle e se non siamo capaci di lasciare dietro di noi i pesi inutili. Invece, quanto per noi è fondamentale deve scaricare correttamente il proprio peso sulle gambe e sulla schiena, ogni cinghia deve essere regolata a dovere, così che il peso non ci affatichi, le spalle non facciano male … E la nostra vita diventi più leggera… IT’S GETTING LIGHTER!

Tappe 82 e 83: Molinaseca – O Cebreiro – Calvor

È impressionante pensare a come questo tratto galiziano del Cammino, che dovrebbe essere in assoluto il più organizzato e attrezzato, si trasformi nel tratto più stressante. Gli albergues sono tutti pieni entro le 14.30, pieni di pellegrini che hanno appena iniziato a camminare e ignorano completamente il fatto di trovarsi in un luogo pubblico, con altre persone ed esigenze diverse. Gli Albergue municipali sono puliti, compatibilmente con il numero sovrabbondante di utenti, ma le cucine sono state spogliate di ogni utensile, anche il più elementare, per evitare che esse vengano utilizzate e quindi sporcate. Molti pellegrini spediscono lo zaino alla fine della tappa per poter arrivare prima e essere sicuri di trovare posto negli albergues: il risultato è che molti si alzano prestissimo per poi camminare solo pochi chilometri e arrivare alla meta prima dell’apertura dell’albergue, quelli che partono dopo le 6 o non camminano senza sosta a una velocità di crociera di 5-6 km/h hanno la certezza quasi matematica di non trovare un letto nei punti tappa classici. Ieri, ad esempio, a O Cebreiro i posti letto nell’albergue municipale sono terminati alle 15 e abbiamo visto pellegrini arrivare anche alle 20 costretti a prendere un taxi perché in un raggio di 10km tutti gli Albergue erano pieni. Ora, la mia riflessione è questa, al di là del l’irrigazione che mi causa vedere lasciate fuori persone con cui cammino da un mese e delle quali ho visto i problemi che hanno dovuto superare per arrivare qui: ognuno ha il suo Cammino. Ma se ti puoi permettere di trascorrere una settimana sul Cammino di Santiago spedendo lo zaino avanti di tappa in tappa, forse puoi anche metterti una mano sulla coscienza e pagare anche la stanza di un hotel (che comunque in Spagna ha un costo ridicolo rispetto all’Italia). Questo non diminuirà il tuo essere pellegrino o sentirti tale: non sono le docce comuni o i letti a castello a fare di una persona un pellegrino, ma lo spirito con cui vive il Cammino. Lasciare un posto letto a chi ha camminato tutto il giorno con lo zaino sulle spalle è un modo bello di condividere il Cammino e di rispettare gli altri e se stessi. Detto questo…spero di riuscire a raggiungere una dimensione mentale meno stressata nei prossimi giorni!

Intervento su Unomattina Estate Dolce Casa 07/08/2014

Ieri mattina, grazie a Cristina Menghini, presidente dell’Associazione Camminando sulla Via Francigena, ho partecipato con un breve intervento in diretta alla trasmissione di Raiuno Unomattina Estate Dolce Casa. Chi volesse vedere la registrazione della puntata, la può trovare a questo link!

Tappe 80 e 81: El Ganso – Molinaseca – Villafranca del Bierzo. Lasciare pesi e volare

Le ultime due tappe ci hanno portati alla Cruz de Hierro e poi giù verso le vigne del Bierzo e Ponferrada, fino ad arrivare alle pendici della lunga salita che ci condurrà al Cebreiro. La Cruz de Hierro, sebbene pochissime delle persone con cui sto camminando sembri conoscerla, è uno dei punti più carichi di significato dell’intero Cammino Francese. È qui che i pellegrini depositano, ai piedi della Croce, una pietra portata da casa che simbolizza i pesi della loro vita: le stanchezze, i peccati, tutto ciò che non va e che impedisce loro di crescere e di diventare persone migliori. È uno dei passi più importanti nel percorso di purificazione e di rinascita spirituale che il pellegrino cerca – per lo più – di compiere. Imparare a lasciarsi dietro le spalle i pesi della propria è uno degli aspetti fondamentali del Cammino, almeno secondo quanto ho vissuto finora e arrivare ai piedi della Croce, ieri, con il mio sasso raccolto mesi fa nell’ultimo cantiere che ho seguito a Milano, è stato una grandissima emozione, inutile sottolineare che lo sia stato ancora di più perché ci sono arrivata con mio marito e con i ragazzi coi quali ho condiviso così tanti giorni, momenti di fatica e di gioia… Temevo che percorrere il Cammino Francese, in agosto così affollato, dopo tante settimane di cammino solitario sarebbe diventato una specie di incubo, ma invece conserva tutto il suo fascino e la sua emozione, anche se devo ammettere che la nostalgia per un letto normale e per la cucina di casa inizia a farsi sentire!

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Tappa 79: Hospital de Orbigo – El Ganso. Di nuovo verso le montagne!

Come chi mi segue avrà ormai imparato, non sono una grande fan delle pianure: sapere che si va verso una montagna mi rallegra sempre e nonostante la salita, il passo mi si fa più leggero. La stessa cosa è successa oggi, salendo dopo Astorga le prime pendici dei Montes del León. La salita è lieve, almeno fino a El Ganso, dove oggi ci siamo fermati, e il vento ci ha accompagnati per gli ultimi chilometri, ricordandoci l’ascesa verso il Passo di Ibaneta e Roncisvalle. Il cielo era di un blu smerigliato surreale e le nuvole spettinate sembravano appese con un filo al soffitto…
Il tema ricorrente di questi giorni è l’incontro con i nuovi pellegrini partiti da León: gli italiani sono numerosissimi e molti hanno pochi giorni e vogliono procedere a tappe forzate per raggiungere Santiago. Avendo visto coi nostri occhi cosa può significare forzare troppo nei primi giorni di Cammino, ci preoccupiamo per loro e a volte cerchiamo di consigliare pazienza e gradualità… Ma alla fine ognuno ha il suo Cammino: questa sera auguro buon Cammino ai ragazzi italiani che hanno condiviso la giornata con noi, Anna da Lodi, Enrica, Federica e la loro amica dalla provincia di Bergamo, Gaetano e Adriano che ci precedono a Rabanal del Camino. Che ciascuno trovi nel Cammino quello che cerca…o almeno ciò di cui ha bisogno!

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Tappa 78: León – Hospital de Orbigo. El Camino es compartir… Anche quando non si parla la stessa lingua!

Oggi, per la prima volta da Roncisvalle sono partita, ho rimesso i miei passi sul tracciato di una tappa che percorro per la terza volta: l’uscita da Burgos. Mi ha impressionata come i ricordi, così nitidi, si sovrapponessero ai passi di oggi: il posto dove ci siamo fermate con mia madre in cerca di un bagno, il supermercato dove abbiamo incontrato Valentina, Alberto e Daniele, mentre io e Walter compravamo il pranzo, il ponte sull’Orbigo che Cristina non ha notato… Eppure, il Cammino non annoia mai e anche oggi è stato così. Già stamane abbiamo incontrato nuovamente un gruppetto di Coreane che sono partite da Saint-Jean il nostro stesso giorno. Dovete sapere che i Coreani sul Cammino sono a dir poco numerosi perché per loro va di moda prendersi il proprio tempo e goderselo…quindi niente di meglio che sfasciarsi un po’ i piedi sul Cammino. Pur essendo così numerosi, però, hanno un evidente problema linguistico: rispetto ai pellegrini di tutti gli altri Paesi, infatti, sono pochissimi a spiccicare più di poche parole in inglese. Quindi oggi abbiamo camminato per diversi chilometri con la nostra nuova amica, che chiamerò semplicemente Kim, cercando di intenderci a grandi linee e finendo per scattare foto bizzarre e ascoltare musica dai rispettivi smartphone.
La maggior parte dei concetti sono stati espressi a gesti e suoni incomprensibili per l’interlocutore, ma miracolosamente ci siamo intesi. In questo senso, il pellegrino che più mi stupisce per la voglia irrefrenabile di comunicare e di farsi capire è Alessandro, mio marito. Quando è arrivato a Pamplona, il suo livello di inglese era molto basico, eppure ora parla con Americani, Canadesi, Coreani, Australiani, Francesi, Olandesi, Tedeschi e Spagnoli, come se niente fosse! Ogni argomento è buono: sport, cinema, politica, rimedi contro vesciche, tendiniti, affaticamenti muscolari… Lui è la dimostrazione vivente – e camminante – che basta il cuore per condividere: non occorre parlare 12 lingue, ma solo avere la voglia di capire e di farsi capire… E sono davvero felice di averlo qui con me!

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Tappa 77: Mansilla de las Mulas – León. La carovana del Cammino

Oggi siamo arrivati a León, all’albergue delle monache benedettine, dopo una tappa di soli 18km, senza quasi aver sudato grazie al clima fresco di questi giorni. In fila all’albergue c’era già un sacco di gente, fra cui molte facce nuove di pellegrini pronti a mettersi in cammino da qui…ma c’era anche Jocelyne, che ci aspettava con Sean! È stata una bellissima sorpresa riabbracciarla, anche perché pensavamo fosse molto più avanti di noi. In fila c’erano un po’ tutti coloro che hanno condiviso con noi i primi 500km di Cammino Francese: oltre a Jocelyne c’erano i Francesi, i Tedeschi, Luca e Cinzia, Christina, i Catalani, la famiglia di Barcellonesi e altri che avevamo un po’ perso per strada. Passeggiando per León, poi, abbiamo incontrato tanti altri: il Cammino è compartir, incontrare ogni giorno nuove persone, condividere emozioni e allargare il proprio mondo, facendo entrare nuovi amici. Ma nel giro di poco, si trasforma in una carovana di persone che si spostano più o meno insieme: di alcuni ti fidi, di altri conosci i problemi alle gambe o ai piedi, di altri scopri un pezzetto di storia. Sai che quello russa, che quell’altro è vegetariano, che a quella ragazza hanno rubato una maglietta e quell’altro ha perso il cellulare. Questa (io) è celiaca – e tutti gli Spagnoli cercano di aiutarmi a trovare cibo senza glutine -, e quell’altra è vegetariana. Ci si cerca un po’ ogni sera, ci si informa su vesciche e tendiniti, ci si preoccupa se non si vede una persona per più di due giorni…insomma siamo un piccolo mondo che si sposta all’unisono!