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Tappe 82 e 83: Molinaseca – O Cebreiro – Calvor

È impressionante pensare a come questo tratto galiziano del Cammino, che dovrebbe essere in assoluto il più organizzato e attrezzato, si trasformi nel tratto più stressante. Gli albergues sono tutti pieni entro le 14.30, pieni di pellegrini che hanno appena iniziato a camminare e ignorano completamente il fatto di trovarsi in un luogo pubblico, con altre persone ed esigenze diverse. Gli Albergue municipali sono puliti, compatibilmente con il numero sovrabbondante di utenti, ma le cucine sono state spogliate di ogni utensile, anche il più elementare, per evitare che esse vengano utilizzate e quindi sporcate. Molti pellegrini spediscono lo zaino alla fine della tappa per poter arrivare prima e essere sicuri di trovare posto negli albergues: il risultato è che molti si alzano prestissimo per poi camminare solo pochi chilometri e arrivare alla meta prima dell’apertura dell’albergue, quelli che partono dopo le 6 o non camminano senza sosta a una velocità di crociera di 5-6 km/h hanno la certezza quasi matematica di non trovare un letto nei punti tappa classici. Ieri, ad esempio, a O Cebreiro i posti letto nell’albergue municipale sono terminati alle 15 e abbiamo visto pellegrini arrivare anche alle 20 costretti a prendere un taxi perché in un raggio di 10km tutti gli Albergue erano pieni. Ora, la mia riflessione è questa, al di là del l’irrigazione che mi causa vedere lasciate fuori persone con cui cammino da un mese e delle quali ho visto i problemi che hanno dovuto superare per arrivare qui: ognuno ha il suo Cammino. Ma se ti puoi permettere di trascorrere una settimana sul Cammino di Santiago spedendo lo zaino avanti di tappa in tappa, forse puoi anche metterti una mano sulla coscienza e pagare anche la stanza di un hotel (che comunque in Spagna ha un costo ridicolo rispetto all’Italia). Questo non diminuirà il tuo essere pellegrino o sentirti tale: non sono le docce comuni o i letti a castello a fare di una persona un pellegrino, ma lo spirito con cui vive il Cammino. Lasciare un posto letto a chi ha camminato tutto il giorno con lo zaino sulle spalle è un modo bello di condividere il Cammino e di rispettare gli altri e se stessi. Detto questo…spero di riuscire a raggiungere una dimensione mentale meno stressata nei prossimi giorni!

Intervento su Unomattina Estate Dolce Casa 07/08/2014

Ieri mattina, grazie a Cristina Menghini, presidente dell’Associazione Camminando sulla Via Francigena, ho partecipato con un breve intervento in diretta alla trasmissione di Raiuno Unomattina Estate Dolce Casa. Chi volesse vedere la registrazione della puntata, la può trovare a questo link!

Tappe 80 e 81: El Ganso – Molinaseca – Villafranca del Bierzo. Lasciare pesi e volare

Le ultime due tappe ci hanno portati alla Cruz de Hierro e poi giù verso le vigne del Bierzo e Ponferrada, fino ad arrivare alle pendici della lunga salita che ci condurrà al Cebreiro. La Cruz de Hierro, sebbene pochissime delle persone con cui sto camminando sembri conoscerla, è uno dei punti più carichi di significato dell’intero Cammino Francese. È qui che i pellegrini depositano, ai piedi della Croce, una pietra portata da casa che simbolizza i pesi della loro vita: le stanchezze, i peccati, tutto ciò che non va e che impedisce loro di crescere e di diventare persone migliori. È uno dei passi più importanti nel percorso di purificazione e di rinascita spirituale che il pellegrino cerca – per lo più – di compiere. Imparare a lasciarsi dietro le spalle i pesi della propria è uno degli aspetti fondamentali del Cammino, almeno secondo quanto ho vissuto finora e arrivare ai piedi della Croce, ieri, con il mio sasso raccolto mesi fa nell’ultimo cantiere che ho seguito a Milano, è stato una grandissima emozione, inutile sottolineare che lo sia stato ancora di più perché ci sono arrivata con mio marito e con i ragazzi coi quali ho condiviso così tanti giorni, momenti di fatica e di gioia… Temevo che percorrere il Cammino Francese, in agosto così affollato, dopo tante settimane di cammino solitario sarebbe diventato una specie di incubo, ma invece conserva tutto il suo fascino e la sua emozione, anche se devo ammettere che la nostalgia per un letto normale e per la cucina di casa inizia a farsi sentire!

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Tappa 79: Hospital de Orbigo – El Ganso. Di nuovo verso le montagne!

Come chi mi segue avrà ormai imparato, non sono una grande fan delle pianure: sapere che si va verso una montagna mi rallegra sempre e nonostante la salita, il passo mi si fa più leggero. La stessa cosa è successa oggi, salendo dopo Astorga le prime pendici dei Montes del León. La salita è lieve, almeno fino a El Ganso, dove oggi ci siamo fermati, e il vento ci ha accompagnati per gli ultimi chilometri, ricordandoci l’ascesa verso il Passo di Ibaneta e Roncisvalle. Il cielo era di un blu smerigliato surreale e le nuvole spettinate sembravano appese con un filo al soffitto…
Il tema ricorrente di questi giorni è l’incontro con i nuovi pellegrini partiti da León: gli italiani sono numerosissimi e molti hanno pochi giorni e vogliono procedere a tappe forzate per raggiungere Santiago. Avendo visto coi nostri occhi cosa può significare forzare troppo nei primi giorni di Cammino, ci preoccupiamo per loro e a volte cerchiamo di consigliare pazienza e gradualità… Ma alla fine ognuno ha il suo Cammino: questa sera auguro buon Cammino ai ragazzi italiani che hanno condiviso la giornata con noi, Anna da Lodi, Enrica, Federica e la loro amica dalla provincia di Bergamo, Gaetano e Adriano che ci precedono a Rabanal del Camino. Che ciascuno trovi nel Cammino quello che cerca…o almeno ciò di cui ha bisogno!

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Tappa 78: León – Hospital de Orbigo. El Camino es compartir… Anche quando non si parla la stessa lingua!

Oggi, per la prima volta da Roncisvalle sono partita, ho rimesso i miei passi sul tracciato di una tappa che percorro per la terza volta: l’uscita da Burgos. Mi ha impressionata come i ricordi, così nitidi, si sovrapponessero ai passi di oggi: il posto dove ci siamo fermate con mia madre in cerca di un bagno, il supermercato dove abbiamo incontrato Valentina, Alberto e Daniele, mentre io e Walter compravamo il pranzo, il ponte sull’Orbigo che Cristina non ha notato… Eppure, il Cammino non annoia mai e anche oggi è stato così. Già stamane abbiamo incontrato nuovamente un gruppetto di Coreane che sono partite da Saint-Jean il nostro stesso giorno. Dovete sapere che i Coreani sul Cammino sono a dir poco numerosi perché per loro va di moda prendersi il proprio tempo e goderselo…quindi niente di meglio che sfasciarsi un po’ i piedi sul Cammino. Pur essendo così numerosi, però, hanno un evidente problema linguistico: rispetto ai pellegrini di tutti gli altri Paesi, infatti, sono pochissimi a spiccicare più di poche parole in inglese. Quindi oggi abbiamo camminato per diversi chilometri con la nostra nuova amica, che chiamerò semplicemente Kim, cercando di intenderci a grandi linee e finendo per scattare foto bizzarre e ascoltare musica dai rispettivi smartphone.
La maggior parte dei concetti sono stati espressi a gesti e suoni incomprensibili per l’interlocutore, ma miracolosamente ci siamo intesi. In questo senso, il pellegrino che più mi stupisce per la voglia irrefrenabile di comunicare e di farsi capire è Alessandro, mio marito. Quando è arrivato a Pamplona, il suo livello di inglese era molto basico, eppure ora parla con Americani, Canadesi, Coreani, Australiani, Francesi, Olandesi, Tedeschi e Spagnoli, come se niente fosse! Ogni argomento è buono: sport, cinema, politica, rimedi contro vesciche, tendiniti, affaticamenti muscolari… Lui è la dimostrazione vivente – e camminante – che basta il cuore per condividere: non occorre parlare 12 lingue, ma solo avere la voglia di capire e di farsi capire… E sono davvero felice di averlo qui con me!

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Tappa 77: Mansilla de las Mulas – León. La carovana del Cammino

Oggi siamo arrivati a León, all’albergue delle monache benedettine, dopo una tappa di soli 18km, senza quasi aver sudato grazie al clima fresco di questi giorni. In fila all’albergue c’era già un sacco di gente, fra cui molte facce nuove di pellegrini pronti a mettersi in cammino da qui…ma c’era anche Jocelyne, che ci aspettava con Sean! È stata una bellissima sorpresa riabbracciarla, anche perché pensavamo fosse molto più avanti di noi. In fila c’erano un po’ tutti coloro che hanno condiviso con noi i primi 500km di Cammino Francese: oltre a Jocelyne c’erano i Francesi, i Tedeschi, Luca e Cinzia, Christina, i Catalani, la famiglia di Barcellonesi e altri che avevamo un po’ perso per strada. Passeggiando per León, poi, abbiamo incontrato tanti altri: il Cammino è compartir, incontrare ogni giorno nuove persone, condividere emozioni e allargare il proprio mondo, facendo entrare nuovi amici. Ma nel giro di poco, si trasforma in una carovana di persone che si spostano più o meno insieme: di alcuni ti fidi, di altri conosci i problemi alle gambe o ai piedi, di altri scopri un pezzetto di storia. Sai che quello russa, che quell’altro è vegetariano, che a quella ragazza hanno rubato una maglietta e quell’altro ha perso il cellulare. Questa (io) è celiaca – e tutti gli Spagnoli cercano di aiutarmi a trovare cibo senza glutine -, e quell’altra è vegetariana. Ci si cerca un po’ ogni sera, ci si informa su vesciche e tendiniti, ci si preoccupa se non si vede una persona per più di due giorni…insomma siamo un piccolo mondo che si sposta all’unisono!

Tappe 74 e 75: Carrión de los Condes – Moratinos – Bercianos del Real Camino

Le tappe che portano a León dal cuore delle Mesetas sono delle vere e proprie tappe di avvicinamento: inevitabili ma abbastanza monotone, con il sentiero che scorre interminabilmente lungo la strada nazionale, fra campi e colline, raggiungendo paesini minuscoli e sfiorando qualche isolata ermita. La giornata di ieri è una delle più tenute da chi affronta per la prima volta un Camino, poiché dopo Carrión de los Condes si affrontano 17km di “nulla”. Vi svelerò un segreto: non è più così, perché un geniale catalano ha aperto un baracchino 10km dopo Carrión e alle 8:30 la sua griglia aveva già sfornato una buona decina di salsicciotti bollenti, pronti per i bocadillos! L’unico problema, quindi, è di non aver bisogno di una toilette per 17km…ma arrivati a Calzadilla de la Cueva l’accogliente bar dalle tende arancioni può risolvere anche quel problema! Il resto della tappa si è svolto sotto un sole cocente, in mezzo a case costruite in paglia e fango cotti al sole, campi di grano già mietuto, balle di fieno e girasoli.
Abbiamo superato Terradillos de los Templarios per raggiungere Moratinos, dove ci aspettavano Bruno ed Ermanno all’Albergue San Bruno. Per una sera il nostro gruppetto internazionale è stato immerso in un’atmosfera molto italiana, che abbiamo condiviso con vecchi e nuovi amici pellegrini.
Questa mattina, però, abbiamo pagato in termini di stanchezza la tappa un po’ più lunga fatta ieri e la voglia di camminare era una sconosciuta, almeno per me. Abbiamo quindi deciso di fare una tappa breve ed arrivare a Bercianos del Real Camino, dove ci aspettava un Albergue parrocchiale a donativo. Siamo approdati qui alle 11:30 e ci siamo rifocillati…il programma per il pomeriggio è semplice: riposo totale!

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Tappa 73: Boadilla del Camino – Carrión de los Condes. Lungo la carretera

Credo che il termine migliore per descrivere la tappa di oggi sia aburrida, noiosa…e questo nonostante la splendida alba che ci ha salutati alla partenza lungo il Canal de Castilla. La giornata è stata splendida: sole pieno, cielo limpido e solo un flebile filo di vento. Il che significa devastante, visto che abbiamo camminato per quasi tutto il giorno accanto a una strada provinciale! Fortunatamente siamo arrivati per l’ora di pranzo e abbiamo evitato di cuocerci completamente.
Domani ci aspettano i famosi 17km di nulla, ma cercheremo di affrontarli prima che il sole sia troppo alto…

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Tappa 72: Hontanas – Boadilla del Camino. La bellezza abbacinante delle Mesetas.

Oggi per me è stato come camminare con un piede nuovo: Chrissa mi ha gentilmente donato delle second skin, dei cerotti gelatinosi che hanno coperto perfettamente il mio mignolino! Oggi abbiamo lasciato Hontanas con un freddo gelido tipico delle Mesetas, ma il cielo era già limpido alle 6 e la totale assenza di vento prometteva una cottura al forno per tutti noi! E la promessa è stata mantenuta…
Però la tappa è stata stupenda: una luce limpida che rendeva le Mesetas surreali e i girasoli quasi luminescenti, ma soprattutto l’incontro con gli hospitaleri italiani all’Ermita di San Nicolas di Puente Fitero. Alfredo, Claudio, Rolando e Aldo, alcuni dei quali già li conoscevo da Facebook… Un incontro bellissimo che ci ha fatti sentire a casa e ci ha permesso di proseguire più leggeri fino a Boadilla!

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Tappa 71: Burgos – Hontanas. 32km per rinascere.

È come se da Burgos fosse iniziato un nuovo Cammino: i nuovi volti di pellegrini nuovi o che stavano riposando a Burgos sembrano un mare in mezzo al quale spuntano i volti già noti dei pellegrini coi quali abbiamo condiviso il Cammino fin dai primi giorni.
Anche noi oggi siamo un po’ nuovi: il pomeriggio a Burgos ha consentito al mio mignolino di riprendersi e alla ferita di rimarginare, quindi oggi camminare è stato più semplice. La giornata, poi, è stata perfetta: inizio nuvoloso, con anche qualche goccia di pioggia a Tardajos, per poi risolversi in un cielo nuvoloso con un vento teso che ci ha rinfrescato le idee. Il cielo blu, le nuvole bianche e il grano giallo, pronto da mietere o già raccolto in balle sparse sui campi. Per me è stata una tappa metafisica in cui scoprire che, ancora una volta, basterà mettere un piede avanti all’altro e continuare…finché ancora c’è terra su cui camminare, vento da respirare e un cielo a cui sorridere.

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