Gallerie

Sorprese sotto l’albero

Negli scorsi giorni sono partiti i miei auguri di Natale per gli amici più lontani che mi hanno accolta, senza nemmeno conoscermi, nelle proprie case e nella propria famiglia. È un’emozione che ancora porto nel cuore. Ma il pellegrino passa e lascia solo orme dietro di sé… o forse no! E allora, ecco che mi arrivano gli auguri corredati dalle foto coi nipotini da parte di qualcuno e le foto scattate insieme da parte di qualcun altro… Le metterò qui, almeno quelle che ritraggono me (per i nipotini rispetterò la privacy) per condividere con voi il calore di questi ricordi, anche se ormai è arrivato l’inverno.

Perché non importa quanti passi farai, ma quali impronte lascerai nella vita degli altri.

Zaino reloaded

Ebbene sì: anche quando si va al mare e si fa vita da spiaggia, bisogna sempre avere idee nuove! Così, visto che la bandana che mi ha regalato Accob all’inizio del mio lungo mio viaggio è tornata a casa decisamente malconcia, ho deciso di darle nuova vita. E quindi, grazie all’aiuto di mia zia, ecco lo zaino nella sua nuova versione! Chissà se vi piace…

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Tappe 85 e 86: Portomarín – Ponte Campana – Arzúa.

Scrivo questo articolo da Arzúa, circa 38 km prima di Santiago. Le due tappe di ieri e di oggi sono state molto più rilassanti dei giorni che hanno seguito il nostro ingresso in Galizia. Purtroppo, sebbene una delle cose più belle del Cammino sia proprio che non è necessario prenotare e programmare tutto, apparentemente questa settimana questa filosofia non è più mantenibile, soprattutto a causa delle avverse condizioni meteo. Di conseguenza, ho provveduto a prenotare gli albergues per queste due tappe, tornando all’Albergue Casa Domingo, dove già mi ero trovata molto bene due volte, e un privato ad Arzúa. Di conseguenza, abbiamo tutti recuperato un bel po’ di tranquillità nel camminare, tornando ai ritmi rilassati che hanno sempre caratterizzato il nostro pellegrinare. Il nostro programma, ora, è di arrivare domani al Monte do Gozo e a Santiago per la mattina di Ferragosto, in modo da partecipare alla Messa di mezzogiorno, dove dovrebbe esserci anche il Botafumeiro. Questo è il momento della gioia per la meta che finalmente sembra raggiungibile, ma anche il momento di trarre le somme di quanto il Cammino ha dato a ciascuno di noi. Per me il tempo delle somme dovrà aspettare ancora il raggiungimento dell’Oceano: questa volta Santiago sarà davvero una tappa, forse la più importante, forse una delle più tristi, ma una tappa in cui perderò alcuni amici per poi proseguire, con Alessandro, verso la Fine del Mondo.

Turista a Carcassonne: le magie di Viollet-le-Duc

Oggi ho trascorso una giornata di relax immersa nel Medioevo respirabilmente medievale di Carcassonne. Ieri, al mio arrivo, la Cité mi era sembrata una specie di parco giochi per turisti: tutto perfetto, i ristoranti a tema, i negozi di souvenir medievali… Ma tutto bellissimo, come se la cittadella fosse stata costruita ieri…
Oggi, però, mi sono alzata alle 7 e sono uscita presto dall’Ostello della Gioventù, seguendo il consiglio della mia compagna di stanza: alle 8 la chiesa di Saint-Nazare era deserta, le viuzze silenziose, si sentivano solo i battiti d’ala dei colombi e i richiami degli spazzini impegnati a rimuovere i detriti lasciati dai turisti di ieri. La chiesa mi ha incantata: le vetrate stupende, un’architettura spettacolare che unisce l’impianto originario romanico con un coro maestoso gotico, il sole che trafigge il rosone violetto trasformandolo in una ruota del tempo… Poi ho continuato il mio giro e in tarda mattinata ho visitato anche il castello comitale. E ho capito chi è stato l’artefice di tutta questa bellezza, quasi troppo bella. Nella mia ignoranza crassa avevo scordato che qui ha operato per decenni Viollet-le-Duc, che dal 1856 in poi si è fatto carico dei restauri prima della chiesa e poi dell’intera cittadella. Ma sotto Luigi XVI, ancora non era di moda una riflessione epistemologica sul senso del restauro e così Viollet-le-Duc ha avuto modo di dare la propria impostazione e il proprio senso al lavoro. Ha compiuto un rilievo completo dei resti esistenti della cittadella, che ormai era in rovina ed era stata invasa da abitazioni povere e private che si addossavano alle mura snaturandone il senso e la bellezza. L’architetto fece eliminare queste costruzioni e ricostruì da zero le coperture e le decorazioni, laddove esse non erano più leggibili. Assunse mastri scultori e mastri vetrai e rifece la decorazione della chiesa. Trasformò, nell’arco di 60 anni un insieme di ruderi in un santuario della storia dell’arte medievale, unendo un’osservazione attentissima dei resti a una conoscenza e consapevolezza profonda della cultura architettonica medievale, tanto che oggi Carcassonne può essere considerata un museo esemplare del Medioevo francese. Il risultato è eccezionale, forse criticabile dal punto di vista della “sincerità” del restauro, ma sicuramente lascia a bocca aperta!
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