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Presentazione: 100 Giorni sul Cammino, a piedi da Milano a Finisterre

Sara Zanni, archeologa e pellegrina ci racconta il suo cammino iniziato da casa sua a Milano verso Santiago di Compostela e le sponde dell’Oceano Altlantico.
Per lavoro, Sara ricostruisce le vie e le rotte di comunicazione del mondo antico e medioevale, per passione le ripercorre a piedi, riscoprendo la Storia e le bellezze, allo stesso ritmo lento dei viaggiatori del passato.
Con lei ripercorremo le tappe di quest’avventura umana alla riscoperta delle radici culturali d’Europa.

L’incontro è organizzato dall’Associazione di Volontariato Antonio Barioglio, per l’assistenza domiciliare alle persone in stato di difficoltà.

Ripercorrere e ricordare

In questi giorni sto mettendo mano alle tracce gps fatte durante il mio Cammino. Quando mi sono offerta di sistemarle per una pellegrina, l’ho immaginato come un compito che mi avrebbe fatto piacere. In realtà è molto più di questo.
Chi mi conosce sa che lavoro tutti i giorni su carte, tracce, mappe, foto satellitari e amenità cartografiche varie, e questo mi mette spesso nella condizione di immaginare con gli occhi della mente il terreno che vedo disegnato sullo schermo del pc o su una carta “di carta”. Questo mi aiuta molto quando cammino: capire che una serie di linee sono una duna ai piedi della quale si snoda il sentiero che devo seguire è fondamentale, se non voglio finire spiaccicata su una provinciale. Seguire, passo passo, puntino dopo puntino, i passi fatti due anni fa è commovente.
Perché non si tratta più di immaginare, ma di rivivere. Rivedere e respirare i campi di grano, maturi sotto al sole, l’acqua dei grandi canali, rettilinei a perdita d’occhio, abbacinanti sotto al sole e tormentati dalla pioggia, sentire sulla lingua l’odore dell’acqua dolce, così diversa da quello dell’acqua di mare. Sentire nelle orecchie lo stridere dei gabbiani che mi avvertivano che stavo per commettere un’imprudenza che mi poteva costare molto più di un bello spavento.
Rivedere le cime imbiancate delle montagne che si avvicinano sempre di più. Il masso su cui abbiamo fatto pausa con Roberto, mangiando del cioccolato, mentre il nostro cane accompagnatore ci aspettava. L’acqua della Durance che salutiamo su un ponte all’alba, dopo averla seguita per tanti giorni e attraversate più volte. Rivedere l’antenna gigante di un ripetitore che ci ha fatto da punto di riferimento per 3 giorni. Sentire il calore del sole battermi sul viso appena prima di attaccare la salita verso Notre Dame du Laus e sentire l’urgenza di chiedere acqua fresca a una casa di privati. Il riflesso del lago di Serreponçon con il sole ancora addormentato che ci si rispecchia dentro. La pausa banana sotto la croce in ferro battuto di un cimitero. La spaventosa idea di attraversare una gola passando sui tubi di una condotta per l’acqua e il bruciore delle ortiche sulle gambe, una volta arrivati di là. Il sapore delle ciliegie, più buone perché colte con le mie mani. L’odore della terra delle risaie, la sabbia grigia dei “sabbioni”. Il calore dell’affetto di chi mi ha accolta in casa sua. La gioia di rivedere i miei genitori, seduti in un bar di Peyruis. La frustrazione della solitudine a Béziers, la grande crisi. La paura del camion che si avvicina e il sollievo del miracolo. Il verso delle gazze che ci urlano contro mentre con Roberto arranchiamo in salita nelle orme strisciate dalle vacche nel fango. E dove saranno le vacche? Mah! Le mutande perse in un bosco e le altre uscendo da un castello… meno male che quelle le ho recuperate, però! L’accoglienza calda e umana di posti di cui non conoscevo l’esistenza: Argeliers, Homps, Marseillette. Il pane senza glutine di Marseillette, così buono! La frescura della casa di Georges e l’affetto della sua famiglia. Le lumachine attaccate agli steli secchi dell’erba davanti a una chiesetta provenzale. Il sapore del formaggino con la mucca che ride spalmato su una galletta di mais e condito con un po’ di polvere magica al peperoncino. Le mie scarpe salutate davanti alla chiesa di St.-Gilles.
Bastano dei puntini su uno schermo per rivivere tutto questo? A volte bastano… Forse perché i luoghi che vedi camminando ti si incidono nell’anima come gli incontri che fai e le piccole cose di cui gioisci. Sarò sempre grata per questo viaggio. Sempre.

Tracce GPS Arles – Carcassonne

Ecco le tracce gps del tratto Arles-Carcassonne, seguendo il Canal du Rhône à Sète e poi il Canal du Midi, da Agde fino a Carcassonne. Si tratta di un itinerario più breve rispetto alla Via Tolosana e più riparato dal sole e dal vento, ideato e aperto da Flavio Vandoni nel 2010 e messo liberamente a disposizione, insieme a molti altri cammini, sul sito camminando.eu. Il percorso è facile e del tutto pianeggiante, ma non è dotato di accoglienze pellegrine, quindi occorre organizzarsi.

ATTENZIONE: Quando usate il GPS non siete autorizzati a spegnere il cervello! Ricordate di prestare sempre la massima attenzione a ciò che fate e a dove mettete i piedi. Il miglior giudice del cammino da seguire deve essere la vostra testa, non il GPS.

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Tracce GPS Milano – Briançon

Sempre più persone mi scrivono per avere indicazioni su come seguire il percorso che ho descritto in questo sito ormai due anni fa. Ci metterò un po’, ma credo sia utile mettere a disposizione le tracce GPS del mio Cammino: alcuni giorni ho sbagliato, altri si è spento il GPS… insomma, ci dovrò lavorare su, ma poi le troverete tutte qui, pronte da scaricare. Iniziamo dalla parte italiana: da Milano a Briançon.

ATTENZIONE: Quando usate il GPS non siete autorizzati a spegnere il cervello! Ricordate di prestare sempre la massima attenzione a ciò che fate e a dove mettete i piedi. Il miglior giudice del cammino da seguire deve essere la vostra testa, non il GPS.

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Tappa 3: Ferrera Erbognone – Nicorvo

La serata di ieri sera è stata coronata dalla splendida e generosa ospitalità di Katia, Raffaele, Federica e Nicole: una famiglia di futuri pellegrini che mi ha accolta come una figlia. A loro va questo il mio pensiero e il mio affetto e soprattutto il mio sincero di buon Cammino per il prossimo anno!
Dopo aver lasciato Ferrera, attraverso risaie e campi di mais, finalmente mi sono incontrata con Alessandro, arrivato in treno a Mortara, per trascorrere insieme il week-end. Abbiamo tirato un po’ il fiato all’Abbazia di Sant’Albino e poi abbiamo ricevuto un graditissimo invito a pranzo da parte di Claudia e suo marito Franco, coi quali abbiamo anche proseguito per alcuni chilometri, finalmente lungo la Via Francigena! Purtroppo, ben presto non abbiamo più trovato i segnavia e così abbiamo aggiunto a una tappa, già sostanziosa, un altro paio di chilometri! Ora siamo a Nicorvo e concluderemo la serata al pub Sherwood, con spirito!

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Tappa 2: Pavia – Ferrera Erbognone

Se si può valutare un Cammino dalla bellezza degli incontri, allora questo Cammino è già stupendo! Ieri sono stata ospitata da Guerrino, Irene e dalla fantastica Marina, una famiglia semplice, che mi ha fatta sentire a casa mia, fra amici di tutta la vita…e non ho sinceramente parole per esprimere adeguatamente la mia gratitudine: sappiate che vi porto con me nel cuore!
Oggi, invece, per la prima volta ho notato le occhiate curiose e un po’ stranite dei passanti: alcuni che salutavano, altri che chiedevano dove stessi andando e altri ancora che mi chiedevano di essere ricordati a Lourdes e a Santiago. La signora Giacomina che mi ha chiesto di abbracciare l’Apostolo anche per lei. E ora sono ospite di un’altra famiglia meravigliosa di futuri pellegrini, di cui vi parlerò domani…
Per quanto riguarda la tappa, finora ho camminato per il 90% del tempo su asfalto e non è stato leggerissimo, ma il Monte Rosa sulla destra, sempre più nitido, le risaie tutt’attorno, il primo boschetto e una stupenda pista di sabbia (non potete capire quanto sia bello camminare sulla sabbia battuta, se non dopo due giorni di asfalto!) e il pranzo con gli zii mi hanno fatto macinare anche oggi 30 km! Insomma, sono pronta per una cenetta preparata da un cuoco d’eccezione!

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