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Tappa 6: Castell’apertole – Torrazza Piemonte. Tanto sei giovane!

Anche oggi la mia tappa si è conclusa, con mia grande sorpresa, all’ora di pranzo. Ora sto scrivendo nel paradossale, ma comodo e accogliente, scenario del locale attrezzato da don Patrizio per i pellegrini, in mezzo ai tipici armadi in formica e specchi delle sacrestie, letti e brande pieghevoli, cesti di catene di carta reduci o pronti per la festa del paese, quadri da mettere all’asta, eccetera… Don Patrizio, parroco Rwandese, accoglie qui i pellegrini che vanno a Roma e a Santiago da 15 anni e mette a loro disposizione parte della sua casa con un bagno completo di grande doccia ad angolo! D’altronde, l’hanno mandato in una parrocchia dedicata a San Giacomo il Maggiore…che altro potrebbe fare?
La tappa di oggi, oltre a essere inaspettatamente breve, è stata defaticante dall’esperienza di ieri lungo la trafficatissima provinciale per Crescentino: ho camminato prevalentemente su sterrati, costeggiando e scavalcando canali artificiali (fra cui il Canale Cavour, che per portata sembra quasi un fiume) e attraversando una campagna coltivata a riso, grano e mais…così ricca da ricordarmi i campi del vecchio Maggot nella Contea di Tolkien! Ma giuro che non ho rubato nessuna carota!
Da Castell’apertole ho raggiunto, in poco meno di un paio d’ore, Lamporo: un simpatico paesino cresciuto lungo un canale, con tre chiese, di cui una appoggiata al canale (S. Rocco), una che ci sta a cavallo e una che lo guarda. Proseguendo poi attraverso i campi e seguendo la segnaletica accuratissima e affettuosa, dotata di frasi, benedizioni e poesie, mi sono trovata a Saluggia, circa alle 11:30. Per quel che ne sapevo la tappa era ancora lunga e in paese c’era il mercato. Quindi mi sono procurata qualcosa da mangiare e da bere e mi sono accampata sulle panchine in piazza, insieme agli anziani del paese.
“È una pellegrina?” “Sì” “Da dove arriva?” “Da Castell’apertole” “E dove va?” “Per oggi a Torrazza Piemonte” ” E allora le manca poco: massimo 5km” “Davvero?! Pensavo ne mancasse ancora il doppio!” “No no… E poi tanto è giovane!” … Sarò anche giovane, ma la strada da fare è la stessa… Dopo aver finito di mangiare, mi rimetto in cerca dei segnali della Via Francigena che, naturalmente, non passa dal centro di Saluggia, condannando teoricamente il pellegrino a evitare panchine, fontanelle e negozi in cui comprare qualcosa da mangiare. Non trovo i segnali. Mi aggiro per un po’, finché dei signori mi dicono che per andare a Torrazza c’è solo la provinciale: “C’era anche la discesa dei sassi, ma dopo è interrotta…vabeh che tu sei giovane…” Trovo finalmente due signore anziane: una delle due dice che a volte quelli con gli zaini passano sotto casa sua. La sua amica mi dà le indicazioni e trovo frecce e pellegrinetti: mi rimetto in marcia! Ecco la discesa dei sassi: è una discesa pavimentata in ciottoli colorati, poi la via svolta, seguendo la ferrovia…e sbucando in un roveto. Chi dovesse affrontare questo pezzo è avvisato: evidentemente non passano da un po’ a tagliare l’erba e così i rovi si stanno riprendendo il terreno…quindi, si consigliano i pantaloni lunghi o, in alternativa, la strada provinciale, visto che si tratta al massimo di 1km e che comunque dovrete seguirla anche per il chilometro successivo! Dopodiché, in meno di mezz’ora: Torrazza Piemonte…e anche oggi sono arrivata presto: meglio, le gambe si riposano in vista della Val di Susa! Vabeh che sono giovane!20140522-163015-59415366.jpg

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Tappa 5: Vercelli – Castell’apertole. Back on the road!

Oggi avevo previsto di percorrere circa 27,5km fra Vercelli e Castell’apertole, in realtà pare che la strada sia stata un po’ più breve: circa 23km. Tappa corta, quindi, ma decisamente migliorabile: la Via Francigena esce da Vercelli seguendo la strada per Trino (SS465) per circa 3km, tratto che è davvero un po’ stressante per il denso traffico dell’ora di punta. Dopodiché si prende una provinciale per Larizzate, Lignana e Castelrosso e, dopo più di 20km di asfalto, su strada molto trafficata, si arriva a un’area di servizio che ci introduce a Castell’apertole. Il clima è stato caldo e afoso… Ma, come ogni giorno, anche questa tappa mi ha regalato dei begli incontri. In stazione ho incontrato Wilma e il suo fidanzato, che mi hanno accompagnata per un’ora di cammino. Forse l’ora più tosta, visto che abbiamo prevalentemente camminato lungo la strada statale! Poco più di un paio di km dopo aver salutato i miei nuovi amici, poi, vedo arrivare un ciclista solitario dall’aria familiare: si tratta di Accob, che incredulo per la tristezza di questa tappa, mi ha fatto il grande regalo di accompagnarmi fino alla meta, schivando insieme a me auto e camion! Fra l’altro, mi ha anche regalato una bellissima bandana rossa fatta da lui, che già ho fissato allo zaino, così, se mi vedete passare sotto casa, non avrete dubbi sull’identità della pellegrina che va in senso “contrario”!
Anche oggi l’aspetto umano e gli incontri che sto facendo, hanno reso la giornata speciale e, fra una chiacchiera e un bicchiere di Coca-Cola, sono approdata alla camera di B&B dove ora mi sto rilassando, contando i resti delle zanzare che sto sterminando…credo mi renderanno metà dei soldi pagati per la stanza per aver bonificato l’ambiente da questi insetti!
Una nota di colore: mentre mi stavo registrando al B&B, mi è caduto l’occhio sulla copia del documento di Zdenko Jakob che mi precede di diversi giorni… È bello sapere che, in fondo, siamo tutti sugli stessi sentieri e tutti affrontiamo le stesse fatiche! Chissà se riusciremo a incontrarci fra qui e Compostela!
Domani mi aspetta Torrazza Piemonte, e venerdì Torino…buon Cammino!

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