La tappa di oggi, come quelle che seguiranno, è ben nota a molti di coloro che seguono questo blog. Quindi, per una volta, non ne parlerò. Vorrei, invece, condividere una riflessione di qualche tempo fa, ma che oggi mi è tornata in mente osservando molti pellegrini. Una cosa che mi ha insegnato questo lungo Cammino è che, nella vita come sul Cammino, dobbiamo fare i conti con la realtà. Spesso e volentieri, infatti, cerchiamo di sovrapporre alla realtà dei fatti, della natura e delle persone l’idea che ci siamo fatti di loro. Purtroppo, il Cammino ci fa sperimentare, spesso sulla nostra pelle, a smettere questa abitudine: se si sta preparando una tempesta, non possiamo pensare che sia la giornata migliore per prendere il sole. Se ci sono 45 gradi ed è il nostro terzo giorno di Cammino, non possiamo pensare di fare 45km e poi magari fare la colpa allo zaino se rimaniamo azzoppati con una tendinite fulminante. Non possiamo semplicemente evitare di guardare la realtà, acquisirla e adattarci ad essa, senza prendercela con il cielo se poi è la realtà a non adattarsi a noi. Lo stesso vale nella vita: se ci innamoriamo dell’idea che ci siamo fatti di una persona, ma non di lei/lui, tanto per fare un esempio, come possiamo poi lamentarci che la relazione non va come vorremmo?
Il Cammino è molto utile perché fa cadere anche le idee che ci siamo fatti di noi stessi, le nostre maschere: se fisicamente non siamo pronti, non possiamo fare tappe da 12 ore di marcia, mentre potremmo invece scoprire andando di avere le gambe e la testa pronti per affrontare imprese più impegnative del previsto!
E qui si chiude il momento saggezza: vorrei concludere salutando e ringraziando Stefano per avermi accompagnata in questo lungo Cammino attraverso la Francia. Oggi lui è rientrato in Italia e l’augurio che gli rivolgo insieme ai nostri amici internazionali è di un buono e felice Cammino nella vita! Hasta pronto!