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Il Cammino di Compostela non è il Club-Med!

Se contate di trascorrere delle vacanze poco costose con delle prestazioni di lusso, provando anche il brivido del Medioevo,

NON PARTITE!

Se fin dai primi giorni non la finite più di mugugnare contro i vari tipi di alloggi, col pretesto che non offrono ciò a cui siete abituati in vacanza,

TORNATE SUBITO A CASA

e lasciate il Cammino a chi è semplicemente felice di essere su un grande cammino di storia.

IL TURISTA PRETENDE, IL PELLEGRINO RINGRAZIA

Esposto nella Maison des Pèlerins a Saint-Gilles du Gard

Buon rientro… Buen Camino!

Cammina.

Hai un appuntamento…
Ma non sai con chi.

Forse con te stesso…

Cammina.

Con il caldo o con il freddo
Con il sole o la tempesta
Con la gioia o la pena,
Il sorriso o le lacrime,

Cammina.

Attraverso i ricchi incontri
E il tempo della riflessione,

Cammina.

Il sentiero è la tua speranza,
I tuoi passi sono le tue parole,
La fatica, la tua preghiera,
L’orizzonte il tuo obiettivo.

Cammina.

Perché qui la terra
diventa il tuo Cammino.
Oggi
Tu sei te stesso:

Pellegrino.

(Poesia letta a casa di Renée e Paul)

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Il Cammino di Santu Jacu su Life in Travel.it

Finisterrae

Il nuovo anno è iniziato portando con sé già qualche nuova preoccupazione, ma anche qualche sorpresa. La mia prima sorpresa – un po’ annunciata, a dire il vero – è stata la pubblicazione sul sito Life in Travel, di cui ho già avuto modo di parlare in passato, di un mio articolo riguardante l’esperienza vissuta sul Cammino di Santu Jacu in Sardegna. Lo spazio riservatomi è ampio e, come sempre, mi è stata concessa la massima libertà. Fatemi sapere se vi è piaciuto l’articolo.

Ora, un augurio di buon anno, che si fa anche preghiera, per continuare a camminare insieme.

Preghiera del pellegrino

di Fratello Dino

Quand’anche avessi percorso tutti i sentieri, superato montagne e valli da est a ovest,
se non ho scoperto la libertà di essere me stesso, allora non sono ancora arrivato.

Quand’anche avessi condiviso tutti i miei beni con persone di altre lingue e culture;
quand’anche avessi per amici dei pellegrini dell’altra parte del mondo e dormito negli stessi alloggi dei santi e dei principi,
se, domani, non sono capace di perdonare al mio vicino, allora non sono ancora arrivato.

Quand’anche avessi portato il mio sacco dal primo all’ultimo giorno e sostenuto i pellegrini a corto di forze,
o ceduto il mio letto a qualcuno arrivato dopo di me, donato la mia borraccia senza alcuna contropartita,
se, di ritorno a casa e al lavoro non sono capace di seminare attorno a me la fratellanza,
la felicità, l’unità e la pace, allora non sono ancora arrivato.

Quand’anche avessi ogni giorno mangiato e bevuto a sazietà, a disposizione tutte le sere un tetto e una doccia,
ricevuto delle cure per le mie ferite, se non ho visto in tutto questo l’amore di Dio, allora non sono ancora arrivato.

Quand’anche avessi visitato tutti i monumenti e ammirato i più bei tramonti,
imparato a dire buongiorno in tutte le lingue, gustato l’acqua di tutte le fontane,
se non ho indovinato chi è Colui che, senza nulla attendere in cambio,
mi offre tanta bellezza e tanta pace, allora non sono ancora arrivato.

Se adesso smetto di camminare sulla tua strada, di proseguire la mia ricerca e di vivere in coerenza con ciò che ho imparato;
se, d’ora in avanti, non vedo in ogni persona, amico o nemico, un compagno di strada;
se, ancora oggi, il Dio di Gesù di Nazareth non è per me il solo Dio della mia vita, allora non sono ancora arrivato.

ULTREYA!

Chi è un pellegrino?

Chi è un pellegrino? Che cos’è lo spirito pellegrino per chi oggi percorre i Cammini del mondo?

Credo che una delle prime definizioni di pellegrino l’abbia data Dante, nella Vita Nova, dicendo che pellegrino è colui che viaggia in terra straniera o, in senso stretto, colui che si reca alla tomba di San Giacomo a Compostela. Quindi nel Medioevo erano molto open-minded. In realtà, il concetto di pellegrino, anche se non definito proprio con questo termine, viene da molto più lontano e definisce un aspetto dell’umanità che non si è mai spento.
Come noto (anche se qualcuno ancora sostiene il contrario), l’uomo nasce in Africa e poi inizia a viaggiare e nel giro di un battito di ciglia per la storia del mondo si diffonde in gran parte delle terre emerse. Quell’anelito a spostarsi, a viaggiare, la curiosità di conoscere nuovi orizzonti, a conoscere se stessi incontrando gli altri…questo è un istinto primordiale irrefrenabile che è rimasto indomito anche nel cuore dei popoli più sedentari, senza distinzione.

A partire dal Medioevo, il termine pellegrino entra in auge e assume una connotazione religiosa, definendo, come ricorda Dante, colui che pellegrina ad limine Sancti Jacobi. Ma chi percorreva le vie che portavano a Santiago? Così come i romei e i gerosolimitani, i pellegrini a Santiago erano una massa eterogenea di persone: uomini, donne, a volte anche bambini, anziani, credenti e peccatori, devoti e malati, persone in cerca di avventure o in cerca di guarigione. Addirittura, a Santiago venivano spediti dai tribunali e dai confessori coloro che avevano commesso i peggiori peccati, in cerca di espiazione, per iniziare una nuova vita, rinnovati. Chi partiva, a quei tempi, vendeva i propri averi, saldava i debiti, faceva testamento e si sottometteva alla tutela della Chiesa e alla Provvidenza.
Oggi invece tanti fanno distinzioni fra pellegrino e pellegrino…fra credenti e non credenti, fra fricchettoni e tombeurs de femmes, fra roncadores e chi si vuole alzare alle prime luci dell’alba. Fra puristi, penitenti, camminatori professionisti, …insomma se ne vedono di tutti i colori, ma la verità, secondo me, è che ognuno fa il suo Cammino, nel bene e nel male, con le sue motivazioni che nessun altro può giudicare.
Per quello che è stata la mia esperienza, sul Cammino non ho mai chiesto a nessuno perché fosse lì, se fosse cattolico o no, se credesse in Dio o no. Per me, il pellegrino è un uomo o una donna che cerca qualcosa, forse se stesso, e per trovarsi si mette in Cammino e si mette in gioco. Per me, già questo lo rende degno del mio rispetto. Per me, il pellegrino accetta quello che gli manda la strada e la giornata: vesciche, caldo, pioggia, sete, qualunque cosa. E non si lamenta più del dovuto perché è lì per scelta. Il pellegrino è quello che deve sempre salire, che chiede ospitalità e, anche se viene trattato con poca cortesia, ringrazia. Ma se viene trattato con calore ti sarà grato per la vita. Il pellegrino è un uomo o una donna che sorride anche se zoppica, anche se dentro di sè impreca contro il destino e forse anche contro Dio, ma che ringrazia comunque quando trova un letto su cui accasciarsi. Io credo che Dio sia in ognuno di noi ma che ci lasci liberi di trovarlo e di incontrarlo, e credo anche che sul Cammino non si è mai soli…in nessun senso. E che il pellegrino sia colui che riconosce questa realtà nel suo cuore ogni giorno, perché il Cammino è ogni giorno, anche dopo Santiago.
Credo anche che il pellegrino si porti quel che gli occorre nello zaino e che, quello zaino, se lo porti sulle spalle; che cerchi di lasciare l’albergue pulito così come sperava di trovarlo lui, che non semini cartacce e pattume lungo il Cammino, che tratti con rispetto cose e persone che incontra sulla sua strada. A prescindere da chi sono, da dove vengono e dal perché sono lì.

Tutto il resto sono travi che abbiamo negli occhi quando cerchiamo la pagliuzza in quelli altrui.

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VIII Centenario del pellegrinaggio di san Francesco d’Assisi a Santiago di Compostella

A pochi giorni dall’elezione del primo papa della storia a scegliersi il nome tanto impegnativo e programmatico di Francesco, riporto con piacere un interessante articolo che riguarda il pellegrinaggio di San Francesco d’Assisi a Santiago
 di Compostela, il cui ottocentenario ricorrerebbe proprio quest’anno.
Monumento a San Francisco pellegrino a Santiago de Compostela presso il Monte do Gozo

S. Francesco d’Assisi pellegrino verso Santiago di Compostella – Villafranca del Bierzo (Castilla y León), Chiesa di San Francesco d’Assisi.

Articolo di p. Giovanni Voltan

VIII Centenario del pellegrinaggio di san Francesco a Santiago di Compostella (1213-2013)

L’anno del Signore 2013 celebra l’VIII Centenario del pellegrinaggio di s. Francesco d’Assisi a Santiago di Compostella. A lanciare tale significativo anniversario, secondo quanto mi è stato riferito, dopo una mia prima reazione di sorpresa, è stato il Rettore della Confraternita di San Jacopo di Compostella, il professor Paolo Caucci Von Saucken, uno dei più illustri studiosi dell’epopea jacobea, sempre attento a tutto ciò che riguarda l’antico Cammino che porta ad limina sancti Jacobi.  Continua la lettura di VIII Centenario del pellegrinaggio di san Francesco d’Assisi a Santiago di Compostella