È vero che viviamo a Segrate solo dal 2012 e che non mi sento realmente “segratese”, ma sempre milanese. È vero che sono nata a due passi dalla Basilica di Sant’Ambrogio e che sono sempre stata molto legata alla mia diocesi, particolare, autonomista, sempre innovativa e a volte anche malvista… insomma, la Basilica di Sant’Ambrogio, dove riposa l’arcivescovo che non esitava a sgridare gli imperatori, era il luogo naturale da cui partire per il mio Cammino. Però… però… in fondo adesso abito qui… e allora? Allora oggi sono andata a piedi da casa a Sant’Ambrogio con Alessandro. È solo un prologo di 12 km e poco più, ma è importante. Siamo usciti di casa e ci siamo messi in Cammino. È stato bello ed è stato giusto iniziarlo insieme, così come lo finiremo insieme, sulle sponde dell’Oceano…
Cosa abbiamo visto?
La Basilica di Sant’Ambrogio viene costruita per volontà del Vescovo Ambrogio fra il 379 e il 386 d.C.: il Vescovo la volle dedicare ai martiri che subirono le persecuzioni e prese per questo il nome di Basilica Martyrum. Solo alla morte del Vescovo, quando le sue spoglie furono tumulate sotto l’altare maggiore insieme ai resti dei Santi Martiri Gervaso e Protaso, venne ridedicata in suo onore. La basilica venne ricostruita alla fine del primo millennio, secondo i canoni dell’architettura romanica dal Vescovo Anselmo, un altro grande vescovo di Milano. La nuova costruzione manteneva tre navate e tre absidi, non aveva il transetto e aveva ancora il quadriportico. Notevole l’Altare di Sant’Ambrogio, capolavoro dell’oreficeria carolingia, in oro, argento dorato, pietre preziose e smalti, giace proprio sopra le reliquie dei santi, collocate al di sotto dell’altare stesso e visibili da una finestrella sul lato posteriore. L’altare è stato realizzato dai Maestri delle Storie di Cristo (che si occuparono della decorazione del lato lungo anteriore) e dal maestro Vuolvinio (che realizzò il lato lungo posteriore) fra l’824 e l’859 La Basilica di Sant’Ambrogio appare oggi come un caso isolato di romanico lombardo, poiché altri esempi coevi (come le cattedrali di Pavia, di Novara e di Vercelli) sono ormai andati distrutti o hanno subito radicali trasformazioni.
Una curiosità: su una colonna di granito, probabilemente romana, all’interno della Basilica, poggia il Serpente di Mosè, che scappò all’ira iconoclasta del re Ezechia. È una scultura in bronzo (in passato creduta quella originaria di Mosè) donata dall’imperatore Basilio II nel 1007. Al serpente si indirizzano preghiere per scacciare alcuni tipi di malanni e si dice che la fine del mondo verrà preannunciata dalla sua discesa da questa colonna sulla quale giace immobile.
Per un approfondimento sull’Altare di Sant’Ambrogio, seguite questo link.