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Tappe 7 e 8: Torrazza Piemonte – Torino – Sant’Ambrogio Torinese

Ieri non sono proprio riuscita a scrivere nulla: ero veramente disfatta e ho preferito godere di un po’ di riposo e della compagnia degli amici che mi hanno ospitata a Torino… Spero mi scuserete!
Comunque ieri mattina sono partita con gli auguri un po’ scettici di don Patrice di non trovare pioggia lungo la via per Torino e, invece, mi è stata donata una giornata splendida: soleggiata e calda! Camminando in mezzo a campi bagnati di rugiada e della pioggia della sera precedente, mi sono bevuta senza accorgermene, il pezzo di strada che collega Torrazza a Chivasso. Davanti al Duomo mi sono liberata dello zaino e ho aspettato Valeria, un’amica pellegrina che si è offerta di aiutare un amico in difficoltà. Dopo un cappuccino insieme siamo ripartite insieme per condividere un pezzo di strada e ci siamo salutate dopo aver incontrato una passeggiatrice più “professionista”. Dopo nemmeno 2km ho incontrato Carlo, un altro pellegrino, che mi è venuto incontro da San Mauro Torinese. Insieme abbiamo percorso, fra una chiacchiera e l’altra, il Cammino lungo il Po e poi da Gassino a San Mauro. Arrivati ancora una volta al Po, la strada per raggiungere la casa di Barbara, Marco e Margot, i nostri hospitaleri, era ancora lunga almeno 10km. Con altri 30 alle spalle, nonostante la mia scarsa propensione a prendere mezzi pubblici, mi è sembrato insensato percorrere 40km concludendo la tappa attraverso Torino…e così Carlo mi ha accompagnata in un tour sull’autobus 61 fino a Porta Nuova e poi sulla metropolitana senza autista fino a trovare Barbara, una mia collega, che portava a spasso Margot!
Per cena, è arrivato anche Alessandro, mio marito, e siamo andati tutti insieme cena in una trattoria piemontese con la Manu, un’altra fantastica archeologa, suo marito Michele e la dolcissima Sofia dalla folta chioma.
Stamane ci siamo riportati sulla Francigena lungo Corso Francia e siamo usciti da Torino per raggiungere Rivoli, Rosta e la chiesa di Sant’Antonio di Ranverso: un gioiello ben nascosto alle pendici delle prime colline che immettono in Val di Susa. Gli affreschi di fine XV secolo ci hanno lasciati a bocca aperta e ci hanno dato la spinta per procedere fino ad Avigliana, dove abbiamo sostato per uno spuntino. Il kiwi e la banana devo averci offuscato il giudizio, visto che poi abbiamo prontamente perso le frecce e, per ritrovarle, abbiamo attraversato tutto il centro storico. Essendo un po’ in anticipo per l’arrivo a Sant’Ambrogio, ci siamo anche concesso un pranzo veloce al bar Tritolo, presso il museo del dinamitificio di Avigliana. Gli ultimi 3km li abbiamo fatti in compagnia della Sacra di San Michele, che dominava dall’alto il paesaggio…ora attendiamo don Romeo per prendere alloggio e andare, senza gli zaini, a visitare San Michele sul suo nido d’aquila!

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Tappa 6: Castell’apertole – Torrazza Piemonte. Tanto sei giovane!

Anche oggi la mia tappa si è conclusa, con mia grande sorpresa, all’ora di pranzo. Ora sto scrivendo nel paradossale, ma comodo e accogliente, scenario del locale attrezzato da don Patrizio per i pellegrini, in mezzo ai tipici armadi in formica e specchi delle sacrestie, letti e brande pieghevoli, cesti di catene di carta reduci o pronti per la festa del paese, quadri da mettere all’asta, eccetera… Don Patrizio, parroco Rwandese, accoglie qui i pellegrini che vanno a Roma e a Santiago da 15 anni e mette a loro disposizione parte della sua casa con un bagno completo di grande doccia ad angolo! D’altronde, l’hanno mandato in una parrocchia dedicata a San Giacomo il Maggiore…che altro potrebbe fare?
La tappa di oggi, oltre a essere inaspettatamente breve, è stata defaticante dall’esperienza di ieri lungo la trafficatissima provinciale per Crescentino: ho camminato prevalentemente su sterrati, costeggiando e scavalcando canali artificiali (fra cui il Canale Cavour, che per portata sembra quasi un fiume) e attraversando una campagna coltivata a riso, grano e mais…così ricca da ricordarmi i campi del vecchio Maggot nella Contea di Tolkien! Ma giuro che non ho rubato nessuna carota!
Da Castell’apertole ho raggiunto, in poco meno di un paio d’ore, Lamporo: un simpatico paesino cresciuto lungo un canale, con tre chiese, di cui una appoggiata al canale (S. Rocco), una che ci sta a cavallo e una che lo guarda. Proseguendo poi attraverso i campi e seguendo la segnaletica accuratissima e affettuosa, dotata di frasi, benedizioni e poesie, mi sono trovata a Saluggia, circa alle 11:30. Per quel che ne sapevo la tappa era ancora lunga e in paese c’era il mercato. Quindi mi sono procurata qualcosa da mangiare e da bere e mi sono accampata sulle panchine in piazza, insieme agli anziani del paese.
“È una pellegrina?” “Sì” “Da dove arriva?” “Da Castell’apertole” “E dove va?” “Per oggi a Torrazza Piemonte” ” E allora le manca poco: massimo 5km” “Davvero?! Pensavo ne mancasse ancora il doppio!” “No no… E poi tanto è giovane!” … Sarò anche giovane, ma la strada da fare è la stessa… Dopo aver finito di mangiare, mi rimetto in cerca dei segnali della Via Francigena che, naturalmente, non passa dal centro di Saluggia, condannando teoricamente il pellegrino a evitare panchine, fontanelle e negozi in cui comprare qualcosa da mangiare. Non trovo i segnali. Mi aggiro per un po’, finché dei signori mi dicono che per andare a Torrazza c’è solo la provinciale: “C’era anche la discesa dei sassi, ma dopo è interrotta…vabeh che tu sei giovane…” Trovo finalmente due signore anziane: una delle due dice che a volte quelli con gli zaini passano sotto casa sua. La sua amica mi dà le indicazioni e trovo frecce e pellegrinetti: mi rimetto in marcia! Ecco la discesa dei sassi: è una discesa pavimentata in ciottoli colorati, poi la via svolta, seguendo la ferrovia…e sbucando in un roveto. Chi dovesse affrontare questo pezzo è avvisato: evidentemente non passano da un po’ a tagliare l’erba e così i rovi si stanno riprendendo il terreno…quindi, si consigliano i pantaloni lunghi o, in alternativa, la strada provinciale, visto che si tratta al massimo di 1km e che comunque dovrete seguirla anche per il chilometro successivo! Dopodiché, in meno di mezz’ora: Torrazza Piemonte…e anche oggi sono arrivata presto: meglio, le gambe si riposano in vista della Val di Susa! Vabeh che sono giovane!20140522-163015-59415366.jpg

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