100 Giorni sul Cammino: quale rotta seguire?

È pericoloso, Frodo, uscire dalla porta. Ti metti in strada, e se non dirigi bene i piedi, non si sa dove puoi finire.         — Bilbo Baggins —

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Alcuni sostengono che la parte più bella di un viaggio, lungo o corto che sia, la viviamo ancora prima di partire, quando si raccoglie il materiale, le informazioni, i consigli di chi già quel viaggio l’ha compiuto. Un po’ è vero, perché è nel periodo della preparazione che immagazziniamo entusiasmo, visualizziamo nella nostra mente l’itinerario e ci immaginiamo i posti e le cose che vedremo, ci appuntiamo quello che non ci vogliamo perdere… Insomma, la fase di preparazione è fondamentale, soprattutto nei viaggi a piedi, soprattutto se il viaggio avverrà su rotte poco battute o su cammini che decidiamo di “inventare” o di tracciare per primi. Fortunatamente quest’ultimo non è il mio caso, anzi! Il percorso che mi propongo di fare è più che tracciato: è stato segnato da migliaia di persone prima di me e, anche se oggi non è più così frequentato, una rotta esiste e può essere facilmente seguita. Ora vediamo a grandi linee il percorso che intendo fare: a grandi linee perché ancora devo stilare un programma dettagliato, ma l’idea generale è già nella mia mente e anche su un pezzo di carta.

La partenza, come ho scritto ieri, avverrà da Milano, dal centro cittadino. Da lì, imboccherò la pista ciclabile che corre lungo il Naviglio Pavese e raggiunge la Certosa di Pavia e quindi la stessa città di Pavia. La prima tappa, quindi, sarà lunga circa 32 km e sarà tutta in una discesa più o meno costante, perché un lieve dislivello separa Milano da Pavia. Nella capitale dei Longobardi potrò allacciarmi alla Via Francigena, che imboccherò in direzione ovest, verso il Monginevro.

Proprio dal Passo del Monginevro transitavano i pellegrini italiani che andavano a Santiago de Compostela e i moltissimi romei francesi che non sceglievano la Via della Costa. Andando a ovest, verso Briançon e, dopo poco più di 400 Km, Arles, seguirò la Via Domitia, una delle più antiche vie romane fuori dai confini dell’Italia, costruita nel 120 a.C. dal console Gneo Domizio Enobarbo, da cui prende il nome. Ad Arles potrò scegliere due vie, che si dirigono entrambe a nord, una verso Tolosa e il Camino Aragonés, la Via Tolosana, e l’altra che costeggia i Pirenei alla scoperta di centri minori e numerosi siti archeologici preistorici e medievali che arriva a Lourdes e poi conduce a St.-Jean-Pied-de-Port: il Cammino del Piemonte Pirenaico. In questo momento sono abbastanza sicura che sarà questa seconda opzione quella che sceglierò, andando alla scoperta dei Pirenei, una catena montuosa sulla quale ho già lasciato il cuore nel 2006 e poi di nuovo nel 2008. La via che mi permetterà di tornare a Roncisvalle, a salutare le memorie delle Chansons de gestes e di Carlomagno. E da lì, la via è segnata: da St.-Jean-Pied-de-Port oggi parte tradizionalmente il Camino Francés per Santiago de Compostela.

Insomma, ecco qua, a occhio e croce, quello che dovrebbe essere il mio percorso. La strada è segnata… basta fare il primo passo!

100 Giorni Sul Cammino: ecco la rotta!
100 Giorni Sul Cammino: ecco la rotta!

Il Cammino di Santu Jacu su Life in Travel.it

Finisterrae

Il nuovo anno è iniziato portando con sé già qualche nuova preoccupazione, ma anche qualche sorpresa. La mia prima sorpresa – un po’ annunciata, a dire il vero – è stata la pubblicazione sul sito Life in Travel, di cui ho già avuto modo di parlare in passato, di un mio articolo riguardante l’esperienza vissuta sul Cammino di Santu Jacu in Sardegna. Lo spazio riservatomi è ampio e, come sempre, mi è stata concessa la massima libertà. Fatemi sapere se vi è piaciuto l’articolo.

Ora, un augurio di buon anno, che si fa anche preghiera, per continuare a camminare insieme.

Preghiera del pellegrino

di Fratello Dino

Quand’anche avessi percorso tutti i sentieri, superato montagne e valli da est a ovest,
se non ho scoperto la libertà di essere me stesso, allora non sono ancora arrivato.

Quand’anche avessi condiviso tutti i miei beni con persone di altre lingue e culture;
quand’anche avessi per amici dei pellegrini dell’altra parte del mondo e dormito negli stessi alloggi dei santi e dei principi,
se, domani, non sono capace di perdonare al mio vicino, allora non sono ancora arrivato.

Quand’anche avessi portato il mio sacco dal primo all’ultimo giorno e sostenuto i pellegrini a corto di forze,
o ceduto il mio letto a qualcuno arrivato dopo di me, donato la mia borraccia senza alcuna contropartita,
se, di ritorno a casa e al lavoro non sono capace di seminare attorno a me la fratellanza,
la felicità, l’unità e la pace, allora non sono ancora arrivato.

Quand’anche avessi ogni giorno mangiato e bevuto a sazietà, a disposizione tutte le sere un tetto e una doccia,
ricevuto delle cure per le mie ferite, se non ho visto in tutto questo l’amore di Dio, allora non sono ancora arrivato.

Quand’anche avessi visitato tutti i monumenti e ammirato i più bei tramonti,
imparato a dire buongiorno in tutte le lingue, gustato l’acqua di tutte le fontane,
se non ho indovinato chi è Colui che, senza nulla attendere in cambio,
mi offre tanta bellezza e tanta pace, allora non sono ancora arrivato.

Se adesso smetto di camminare sulla tua strada, di proseguire la mia ricerca e di vivere in coerenza con ciò che ho imparato;
se, d’ora in avanti, non vedo in ogni persona, amico o nemico, un compagno di strada;
se, ancora oggi, il Dio di Gesù di Nazareth non è per me il solo Dio della mia vita, allora non sono ancora arrivato.

ULTREYA!

Una settimana sul Cammino di Santu Jacu. Il diario.

A volte un po’ di tempo libero si presenta inaspettato come un bel regalo in un giorno qualunque. Per me è stato così: improvvisamente, a metà novembre è stato evidente che per una settimana probabilmente non avrei avuto lavoro e così ho deciso di fare lo zaino e rimettermi in Cammino. Una possibilità che aspettavo da tempo, da quando nell’agosto del 2008 ero tornata, piena di entusiasmo e di gioia dal Cammino di Santiago. Certo, questa volta non avevo un mese a disposizione, ma una settimana è sempre meglio di niente! La scelta del Cammino da intraprendere è stata naturale: il Cammino di Santu Jacu. E la scelta è stata legata un po’ al periodo dell’anno – andare a camminare in Galizia a fine novembre equivaleva ad accettare un’ottima probabilità di prendere pioggia per buona parte del tempo – e soprattutto all’impegno che mi ha legata da ormai 3 anni al Cammino sardo che ho visto crescere e che ho sostenuto, per quanto mi è possibile.

Inizialmente avrebbe dovuto partire insieme a me la mia collega Irene, ma problemi di lavoro l’hanno trattenuta a casa all’ultimo minuto. Così, hanno fatto gli zaini due pellegrini di eccezione: i miei genitori, Paolo Zanni e Maria Luisa Albizzati. E così, il nostro Cammino di Santu Jacu nel Sulcis si è trasformato in qualcosa di particolare e di diverso da tutte le altre esperienze a piedi vissute fino a oggi. Con mia madre già avevo percorso il Cammino Francese nel 2006, ma con mio padre non avevo mai camminato così a lungo e le incertezze legate al clima e al percorso un po’ pionieristico hanno messo sicuramente del pepe alla partenza.

Comunque, fatti i biglietti, fissate le date, scaricate guida e mappe, eravamo pronti e siamo partiti, lasciando a casa a presidiare il fortino Alessandro, che ci avrebbe seguiti e sostenuti nei giorni a seguire.

24 novembre. Milano-Cagliari in aereo, Cagliari-Santa Lucia a piedi.

La mattina del 24 novembre la sveglia è suonata molto presto: alle 5:30, giusto il tempo di mangiare un boccone, chiudere lo zaino e metterci in macchina per recuperare i miei compagni di avventura e poi via, verso l’aeroporto di Orio al Serio!

Pellegrini sbarcati a Cagliari
Pellegrini sbarcati a Cagliari

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Chi è un pellegrino?

Chi è un pellegrino? Che cos’è lo spirito pellegrino per chi oggi percorre i Cammini del mondo?

Credo che una delle prime definizioni di pellegrino l’abbia data Dante, nella Vita Nova, dicendo che pellegrino è colui che viaggia in terra straniera o, in senso stretto, colui che si reca alla tomba di San Giacomo a Compostela. Quindi nel Medioevo erano molto open-minded. In realtà, il concetto di pellegrino, anche se non definito proprio con questo termine, viene da molto più lontano e definisce un aspetto dell’umanità che non si è mai spento.
Come noto (anche se qualcuno ancora sostiene il contrario), l’uomo nasce in Africa e poi inizia a viaggiare e nel giro di un battito di ciglia per la storia del mondo si diffonde in gran parte delle terre emerse. Quell’anelito a spostarsi, a viaggiare, la curiosità di conoscere nuovi orizzonti, a conoscere se stessi incontrando gli altri…questo è un istinto primordiale irrefrenabile che è rimasto indomito anche nel cuore dei popoli più sedentari, senza distinzione.

A partire dal Medioevo, il termine pellegrino entra in auge e assume una connotazione religiosa, definendo, come ricorda Dante, colui che pellegrina ad limine Sancti Jacobi. Ma chi percorreva le vie che portavano a Santiago? Così come i romei e i gerosolimitani, i pellegrini a Santiago erano una massa eterogenea di persone: uomini, donne, a volte anche bambini, anziani, credenti e peccatori, devoti e malati, persone in cerca di avventure o in cerca di guarigione. Addirittura, a Santiago venivano spediti dai tribunali e dai confessori coloro che avevano commesso i peggiori peccati, in cerca di espiazione, per iniziare una nuova vita, rinnovati. Chi partiva, a quei tempi, vendeva i propri averi, saldava i debiti, faceva testamento e si sottometteva alla tutela della Chiesa e alla Provvidenza.
Oggi invece tanti fanno distinzioni fra pellegrino e pellegrino…fra credenti e non credenti, fra fricchettoni e tombeurs de femmes, fra roncadores e chi si vuole alzare alle prime luci dell’alba. Fra puristi, penitenti, camminatori professionisti, …insomma se ne vedono di tutti i colori, ma la verità, secondo me, è che ognuno fa il suo Cammino, nel bene e nel male, con le sue motivazioni che nessun altro può giudicare.
Per quello che è stata la mia esperienza, sul Cammino non ho mai chiesto a nessuno perché fosse lì, se fosse cattolico o no, se credesse in Dio o no. Per me, il pellegrino è un uomo o una donna che cerca qualcosa, forse se stesso, e per trovarsi si mette in Cammino e si mette in gioco. Per me, già questo lo rende degno del mio rispetto. Per me, il pellegrino accetta quello che gli manda la strada e la giornata: vesciche, caldo, pioggia, sete, qualunque cosa. E non si lamenta più del dovuto perché è lì per scelta. Il pellegrino è quello che deve sempre salire, che chiede ospitalità e, anche se viene trattato con poca cortesia, ringrazia. Ma se viene trattato con calore ti sarà grato per la vita. Il pellegrino è un uomo o una donna che sorride anche se zoppica, anche se dentro di sè impreca contro il destino e forse anche contro Dio, ma che ringrazia comunque quando trova un letto su cui accasciarsi. Io credo che Dio sia in ognuno di noi ma che ci lasci liberi di trovarlo e di incontrarlo, e credo anche che sul Cammino non si è mai soli…in nessun senso. E che il pellegrino sia colui che riconosce questa realtà nel suo cuore ogni giorno, perché il Cammino è ogni giorno, anche dopo Santiago.
Credo anche che il pellegrino si porti quel che gli occorre nello zaino e che, quello zaino, se lo porti sulle spalle; che cerchi di lasciare l’albergue pulito così come sperava di trovarlo lui, che non semini cartacce e pattume lungo il Cammino, che tratti con rispetto cose e persone che incontra sulla sua strada. A prescindere da chi sono, da dove vengono e dal perché sono lì.

Tutto il resto sono travi che abbiamo negli occhi quando cerchiamo la pagliuzza in quelli altrui.

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Consigli per camminanti e pellegrini

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Oggi approfitterò di questo mio spazio in cui di solito sfogo pensieri e annoto, idee, suggestioni e cose che mi piacciono, per dare un consiglio. Da diversi anni, ormai, investo parte del mio tempo libero collaborando con un progetto che, finalmente, inizia a camminare sulle proprie gambe: il Cammino di Santu Jacu in Sardegna.
Questo Cammino, creato grazie al lavoro duro e gratuito di tanti volontari, attraversa i paesaggi più belli della Sardegna e delle isole di San Pietro e Sant’Antioco ed è ormai percorribile senza problemi, anche se richiede al pellegrino un po’ più di spirito dell’avventura rispetto al Cammino Francese (ma questo non significa molto, visto che ormai il Francese è diventato iper-organizzato!)… Insomma, è adatto a chi vuole veramente tentare la splendida avventura di scoprire se stesso camminando e mettendo nel proprio zaino paesaggi nuovi e persone semplici e vere.
Chi decidesse di camminare in Sardegna seguendo questo itinerario, può scegliere di percorrerlo tutto o in parte, partendo da Cagliari verso nord o verso il Sulcis e le isole, oppure da Porto Torres o Orosei verso sud…insomma: è un Cammino che può essere su misura per tutti, camminatori e ciclisti, con cavalli e muli, in massima libertà!

Le informazioni generali, i descrittivi dettagliati, le mappe delle singole tappe, potete trovarli in queste pagine dedicate al Cammino di Santu Jacu.

Per chi volesse lasciarsi trasportare e iniziare a sognare un po’, invece, ecco il diario di alcuni pellegrini che hanno percorso il Cammino nel Sulcis e sulle isole di San Pietro e Sant’Antioco durante il mese di agosto 2013… Naturalmente con un sacco di foto! Cliccate qui!

Ospite su Life in Travel

Il panorama del viaggiare lento italiano, oltre a numerosi siti di riferimento del settore, legati ad associazioni e imprese che organizzano viaggi lenti di gruppo, dedicati soprattutto a chi non vuole prendersi la briga di organizzarsi il viaggio da sé o non vuole prendere fregature senza poi avere qualcuno da incolpare, è ormai molto popolato. Infatti, oltre a queste organizzazioni, si trovano anche numerosi siti e blog di viaggiatori che amano condividere con lettori anche casuali notizie, diari, informazioni utili e fotografie delle proprie esperienze di viaggio. Un sito davvero interessante, in questo contesto, è, secondo me, Life in Travel, nato per raccontare le avventure nell’altra metà del mondo di Leo e Vero e oggi destinato a ospitare un po’ di tutto sul viaggiare low cost e senza pullman di turisti alle calcagna: diari di viaggio, guide per trekking, cicloturismo, fotografia, perfino un e-book sul viaggiare in Nuova Zelanda… Insomma, una manna per chi è in cerca di idee, spunti e stimoli, per di più tutto organizzato in categorie e regioni geografiche, così, anche senza bussola e cartina, eviterete di perdervi.
Dopo questa breve ma smaccata raccomandazione a visitare il loro sito, vi aggiungo anche un’ulteriore spintarella a farci un salto: sì, perché Leo e Vero sono stati così gentili, una volta di ritorno da un bello giro in bici sulla Francigena piemontese, da postare
qui un mio post dedicato a chi vuole intraprendere il Cammino di Santiago. Quindi, buona lettura e buon Cammino a tutti!

Il Cammino di Santiago nella Storia

La Cruz de Hierro
La Cruz de Hierro

Forse non tutti sanno che qualche tempo fa ho pubblicato sul sito www.antika.it tre articoli dedicati alla storia del Cammino di Santiago. Li potete trovare partendo dalla mia pagina personale nel portale.

Gli articoli sono intitolati:

    1. Cammino di Santiago: leggende e avvenimenti storici
    2. Pellegrinaggi nel Medioevo
    3. Cammino di Santiago: Storia e Origine

Buona lettura e Buon Cammino a tutti!

VIII Centenario del pellegrinaggio di san Francesco d’Assisi a Santiago di Compostella

A pochi giorni dall’elezione del primo papa della storia a scegliersi il nome tanto impegnativo e programmatico di Francesco, riporto con piacere un interessante articolo che riguarda il pellegrinaggio di San Francesco d’Assisi a Santiago
 di Compostela, il cui ottocentenario ricorrerebbe proprio quest’anno.
Monumento a San Francisco pellegrino a Santiago de Compostela presso il Monte do Gozo

S. Francesco d’Assisi pellegrino verso Santiago di Compostella – Villafranca del Bierzo (Castilla y León), Chiesa di San Francesco d’Assisi.

Articolo di p. Giovanni Voltan

VIII Centenario del pellegrinaggio di san Francesco a Santiago di Compostella (1213-2013)

L’anno del Signore 2013 celebra l’VIII Centenario del pellegrinaggio di s. Francesco d’Assisi a Santiago di Compostella. A lanciare tale significativo anniversario, secondo quanto mi è stato riferito, dopo una mia prima reazione di sorpresa, è stato il Rettore della Confraternita di San Jacopo di Compostella, il professor Paolo Caucci Von Saucken, uno dei più illustri studiosi dell’epopea jacobea, sempre attento a tutto ciò che riguarda l’antico Cammino che porta ad limina sancti Jacobi.  Continua la lettura di VIII Centenario del pellegrinaggio di san Francesco d’Assisi a Santiago di Compostella

Camino de Santiago – el Origen

Per restare fedele alla mia monotematicità… e in onore ad Andrea e Christian che vogliono unirsi al fiume di pellegrini che da secoli arriva a Compostela! Tranquilli, che oggi non è più così dura!

(bisogna cliccare una volta sul pulsante rosso e, quando è diventato verde, cliccare di nuovo)http://www.megavideo.com/v/TUINHKUG199ab4fad92b46b514d3903cd08a08a3

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