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Aggiornamento Arles-Carcassonne: Alloggi e tracce GPS

Negli ultimi anni, ho avuto il privilegio e la fortuna di seguire e accompagnare il Cammino di diversi pellegrini eccezionali che hanno seguito la mia stessa rotta riportata in questo sito. Questa esperienza mi ha permesso di accumulare nuove informazioni e aggiornare le vecchie, cosa che, spero, continuerà a essere utile ai futuri pellegrini.

L’aggiornamento più importante è quello che riguarda il tratto che nel 2014 mi creò più difficoltà per la ricerca quotidiana di un alloggio: il segmento da Arles a Carcassonne. In questi anni, fortunatamente, le cose sono cambiate e continuano a cambiare: nuove strutture dedicate ai pellegrini con credenziale sono state aperte e altre sono in fase di allestimento.

Inoltre, è ora possibile scegliere fra diversi possibili accessibili a partire da Arles. In particolare, restano valide le direzioni per Saintes-Maries-de-la-Mer di cui avevo parlato qui in un vecchio post, o l’itinerario per Saint-Gilles, Aigues Mortes e Palavas-les-Flots lungo il Canale che unisce il Rodano a Sète, che avevo seguito nel 2014, ma c’è un’altra possibilità. Il lavoro per l’estensione del GR 78 verso il mare sta procedendo con la creazione del GR 781, attualmente in fase di discussione. Qui vi propongo le tracce GPS liberamente scaricabili di quello che sarà il probabile tracciato del GR: ricordate, però, che ancora la segnaletica a terra non è stata messa.

Il percorso così definito prosegue da Saint-Gilles verso Montpellier, per poi scendere fino a Balaruc-le-Vieux, dove c’è una biforcazione: o si prosegue verso Sète e il mare, come ho fatto io nel 2014, oppure si continua nell’entroterra, seguendo il percorso della strada romana fino a Béziers.

I due percorsi fra Montpellier e Béziers.

Lungo il nuovo percorso, sono disponibili nuovi alloggi dedicati ai pellegrini con la credenziale, che potete trovare cliccando qui. Altre possibilità di alloggio sono elencate sul sito: http://www.chemins-compostelle.com/hebergeur/voie/8.

Di seguito, invece, trovate le tracce GPS delle nuove tappe fino a Carcassonne.

1. Montpellier – Gigean

Total distance: 21.44 km
Max elevation: 92 m
Min elevation: 15 m
Download file: 1-Montpellier-Gigean.gpx

1a. Montpellier – Gigean (variante asfalto)

Total distance: 20.4 km
Max elevation: 54 m
Min elevation: 15 m
Download file: 1-Montpellier-Gigean_varAsfalto.gpx

2. Gigean – Sète

Total distance: 18.51 km
Max elevation: 225 m
Min elevation: 1 m
Download file: 2 - Gigean - Sète.gpx

2a. Balaruc-le-Vieux – Saint-Thibéry

Total distance: 30.5 km
Max elevation: 69 m
Min elevation: 1 m
Download file: 2 - Balaruc-le-Vieux - Saint-Thibéry.gpx

3. Saint-Thibéry – Béziers

Total distance: 23.95 km
Max elevation: 59 m
Min elevation: 5 m
Download file: 3 - Saint-Thibéry - Béziers.gpx

(La tappa Béziers – Capestang è invariata rispetto alla vecchia traccia, che trovate qui)

5. Capestang – Bize Minervois

Total distance: 22.53 km
Max elevation: 197 m
Min elevation: 26 m
Download file: 5 - Capestang - Bize-Minervois.gpx

6. Bize Minervois – Rieux Minervois

Total distance: 30.14 km
Max elevation: 202 m
Min elevation: 45 m
Download file: 6 - Bize-Minervois - Rieux-Minervois.gpx

7. Rieux Minervois – Carcassonne

Total distance: 28.31 km
Max elevation: 195 m
Min elevation: 73 m
Download file: 7 - Rieux-Minervois - Carcassonne.gpx

Tappa 32: Sète – Agde. L’inizio del Canal du Midi

Come immaginerà facilmente chi ha letto il mio post di ieri, sebbene ricorderò per sempre Sète, forse non sarà uno dei miei posti del cuore… Arrivandoci – prima dell’incontro con la mobilhome – mi ero ripromessa che mi sarei goduta la sua spiaggia, magari facendo una sosta durante la tappa di oggi… Ma al risveglio, questa mattina, avevo solo voglia di andarmene. Forse perché arrivare ad Agde significa iniziare il pezzo di Cammino che segue il Canal Du Midi, portandoci a Carcassonne, dove inizieremo a seguire di nuovo una “Via” tracciata: il Cammino del Piemonte Pirenaico.
Fatto sta che stamane mi sono goduta un’oretta e mezza di sonno in più e poi sono partita mentre a Sète stavano allestendo le bancarelle del mercato e me la sono rapidamente lasciata alle spalle.
Il percorso di oggi era facile, tutto su una lunga e frequentata pista ciclabile che unisce Sète ad Agde e alle aree naturalistiche che stanno in mezzo. Rimane per me un mistero come si possa concepire una pista ciclabile senza prevedere almeno dei punti d’ombra, ma tant’è: 25 km di nastro d’asfalto perfetto, con qualche fontanella, ma nemmeno una tettoia piccolina. Ma non voglio lamentarmi: oggi la giornata era fresca e arieggiata e io ho sfruttato appieno le ore della mattinata, per cui ho sudato giusto un po’ arrivando ad Agde, dove ho saccheggiato le scorte gluten-free del negozio bio!
Agde è una città interessante: il nome deriva dal greco, perché è stata fondata dai Greci, e significava “Buona fortuna”: una fortuna che ha sfruttato per secoli, essendo posta in una posizione eccellente per gli scambi commerciali via acqua. La sua particolarità, oltre a mostrare scorci di fiumi, canali e ponti a ogni svolta, è che il centro è interamente costruito in pietra lavica nera, cattedrale di Saint-Étienne inclusa. Questo è dovuto al fatto che sorge su una collina di basalto nero, appunto. Particolarmente notevoli sono proprio la cattedrale, del XII secolo, il cui aspetto austero e militaresco è accentuato proprio dal colore della pietra con cui è stata costruita, e ciò che resta dei bastioni: il nucleo delle mura risale addirittura alla fase greca della città, al VI-IV secolo a.C. … Insomma, mica male!
Per il resto, oggi il centro ha un aspetto un po’ triste, lasciato andare… Forse perché il commercio sull’Hérault, sul Canal du Midi e via mare non è più così fruttuoso, forse perché ci sono un po’ di problemi di integrazione con la componente di immigrati… Fatto sta che mette un po’ di malinconia!

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Tappa 31: Palavas-les-Flots – Sète. Quando i gabbiani parlano bisogna ascoltarli!

È da due giorni che le creature che incontro più spesso sono i gabbiani. E già ieri ho notato che, in qualche modo, comunicano con noi. All’uscita di Aigues-Mortes uno di loro, che probabilmente avevo svegliato, continuava a girarmi attorno e a indicarmi la strada da seguire, emettendo un verso strano, che non era il solito grido… Ma oggi è stata l’apoteosi: dopo aver studiato il percorso da seguire oggi e aver recuperato la traccia gps da seguire, ho deciso, insieme a Stefano, di fare una piccola deviazione per la cattedrale di Maguelon, una chiesa dell’XI secolo posta su striscia di terra a ovest di Palavas è collegata con un ponticello ciclo pedonale alla pista che costeggia il Canal Du Rhône à Sète. Pensavo (non so perché!) che, pur non essendo ancora aperta alle visite, perché troppo presto, avrei comunque potuto girarle attorno e raggiungere poi il canale. Quando sono stata circa 2km fuori dal centro di Palavas, ho svegliato una colonia di gabbiani, che non se la sono presa a male, ma hanno iniziato a gridarmi contro qualcosa che io ho interpretato come un: “Dove vai a quest’ora?! Mica si passa!”. E infatti, 2km più in là, c’era un bel cancellone massiccio che mi sbarrava inequivocabilmente il passo. Le scelte erano poche: ho fatto dietro-front e mi sono sobbarcata altri 4km per arrivare all’inizio della traccia gps. Quando sono stata là, un cartello giallo avvertiva che c’erano lavori in corso e che l’accesso era vietato. Naturalmente, alle 6:30 nessuno lavorava e, anche se una vocina mi sussurrava: “Oggi non ce n’è: vai a cercare un bus e fatti la colazione al bar”, ho pensato di tentare e vedere…in caso di reale pericolo avrei rinunciato. Sulla mia sinistra, meta della pista sterrata era occupata da quello che sembrava un mucchio di terra argillosa alto un paio di metri, sulla destra la pista era tranquilla, anche se un po’ bagnata. Ho proceduto fino alla fine del mucchio dove ho capito il perché dell’acqua a terra, salendo sopra un ponte: il mucchio era in realtà un invaso di contenimento per l’acqua, che arrivava a circa 1,70 metri dal piano di calpestio, ma un invaso in fase di consolidamento; l’acqua infatti filtrava allegramente da sotto. Bastava un piccolo cedimento e mi sarei trovata sommersa da metri cubi d’acqua… E in quel momento un gabbiano si alzó in volo gridando “Bus!!!”.
Ma no: il pellegrino deve sempre andare avanti e il pericolo era ormai dietro di me! Davanti c’erano circa 20km di pista tranquilla lungo il canale. E così ho deciso di procedere. Quasi alla fine del Canale, dopo aver salutato centinaia di gabbiani e decine di pescatori, però, un gabbiano si è alzato in volo, ha iniziato a gridarmi contro in modo aggressivo e a volarmi contro: si portava davanti a me, in alto, poi virava fino a guardarmi in faccia e calava in picchiata. Alla terza volta che faceva così gli ho agitato contro un bastoncino e ha smesso. Ho pensato di essere passata troppo vicina al suo nido. Dopo una mezz’ora, un altro gabbiano ha assunto esattamente lo stesso atteggiamento aggressivo. L’ho spaventato, ho proseguito. Dopo non molto il canale sfociava nel porto di Sète. Il primo pensiero è stato: fine del canale, fine della tappa. Nemmeno mi sono fermata a mangiare la banana… Ho accelerato e scavalcato il primo ponte. Al di là di esso, però, la Traccia mi portava su una strada dipartimentale a scorrimento veloce. Dovevo percorrerne solo 1-1.5 km ma non mi sembrava un’ideona: pochissimo spazio a bordo strada, nessuna possibilità di fuga, camion e auto a 90 all’ora. Ma non c’era scelta: non c’era modo di passare altrove perché c’era la ferrovia da scavalcare… Ho preso un respiro, detto una preghiera e sono andata. Ogni volta che veniva un camion mi sedevo sul New Jersey, con lo zaino all’esterno. Poi, a un certo punto, ho visto un vecchietto in bici a destra della strada: guardo e c’è una pista sterrata che corre lungo la ferrovia… Intravedo un varco a bordo strada più in là e penso che potrei attraversare e sfruttare quella pista. Vado avanti ancora un po’ per avvicinarmi, poi vedo arrivare un furgoncino giallo con le sirene e penso che sia venuto a prendermi perché non dovrei stare lì…poi guardo meglio: dietro di lui arriva un camion da trasporto eccezionale con una mobilhome da camping, che occupa tutta la corsia, lo spazio d’emergenza e anche parte dell’altra corsia. Mi avrebbe spiaccicata. In un attimo, ho guardato l’altra direzione di marcia: non veniva nessuno. Con uno scatto di reni, nervi e anche un po’ di intestino, ho attraversato e in due secondi ero sullo sterrato della ferrovia. Ho evitato la mobilhome per un soffio. Una volta in salvo, mi sono accorta di tremare: se non avessi visto il vecchietto un attimo fa, ora avrei decorato artisticamente un campeggio. Con l’aiuto del gps mi sono districata fra i binari e sono sbucata su un cialdone munito di largo marciapiede e di centri commerciali. Ho individuato un McDonald’s e mi ci sono fiondata. Ho preso una coca media e un gelato alla fragola per lavare via lo shock con gli zuccheri, poi mi sono connessa al wifi e ho chiamato mio marito. Ero già pronta a scrivere un post su una vera giornata di m…, quando esco dal Mac per andare in centro. Faccio due passi e un ragazzo biondo con i dread mi chiama: “Dove vai?” “A Santiago de Compostela” “L’avevo capito: ho visto la tua conchiglia!”. Tristan mi accompagna verso il centro, mi consola e mi racconta del suo lavoro di ebanista e della sua attività di produttore artigianale di casse da amplificazione in legno, dei concerti e dei festival reggae a cui partecipa, del viaggio in Toscana che sta progettando per festeggiare l’ottavo anniversario con la sua ragazza. Mi offre un caffè di benvenuto a Sète… Dovrebbe mandarmi una foto con i suoi amplificatori: così vi farò vedere come sono belli!
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