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Tappa 41: Mirepoix – Le Carlaret

La tappa di oggi meriterebbe, per essere descritta degnamente, una lucidità che forse ora non ho, a causa del caldo che mi ha martellata nelle ultime due ore di cammino. Comunque, vorrei darvi solo alcuni flash di quanto porterò nel mio cuore della giornata di oggi. Innanzitutto, il ricordo dell’accoglienza meravigliosa che ci hanno offerto Lina e Jean-Claude: ancora una volta siamo capitati per caso a toccare la vita di una famiglia e ancora una volta siamo stati accolti come figli tornati da un viaggio… Non ci sono parole per descrivere la gratitudine e la commozione che ancora mi suscita ripensare alla generosità e alla naturalezza con cui siamo stati accuditi ieri e oggi, tanto che Jean-Claude ci ha addirittura accompagnati lungo il sentiero per qualche chilometro, finché non siamo stati in vista del primo paesino!
Una seconda immagine è quella della chiesa rupestre di Vals: sul sito di una fonte venerata già in epoca preromana, oggi sorge una chiesa a tre livelli. Il primo, la cripta, è scavato nella roccia e dà accesso all’abside dove si venera Maria; in un’epoca successiva, inoltre, questo nucleo è stato collegato ad una cappella posta più in alto e dedicata all’Arcangelo Michele, come se l’arcangelo fosse posto a tutela e protezione di Maria.
Una terza e ultima immagine è quella della fatica: spesso è un aspetto che io stessa trascuro nei miei post, ma è intrinseco del cammino. Oggi, da quando sono uscita dalla chiesa di Vals (mancavano ancora 11km), ho trovato molto duro continuare a camminare: il cielo si era fatto limpido, non c’era vento e l’umidità era molto densa. Mi sono coperta di sudore e ho stretto i denti. Il cammino saliva nel bosco, poi scendeva, poi saliva ancora…al culmine della salita, mi sono resa conto di non avere quasi più acqua e che mancavano ancora due ore buone di cammino: lo scoraggiamento era alle porte. Sbuco dal bosco e da una fattoria mi si fa incontro un rottweiler: mi fermo e resto calma, il padrone lo richiama ma lui viene tranquillo verso di me. Anziché attaccarmi, si mette beato a leccarmi mani e gambe e a cercare coccole e carezze. Il padrone si avvicina, mi chiede le solite cose (dove va? Da dove è partita? Ma è da sola? Ha un bel coraggio…) e poi mi riempie la borraccia d’acqua fresca! Li saluto e dopo 50 metri praticamente sbatto contro un ramo di prugnolo carico di frutti maturi. Ne faccio scorta e riprendo: un po’ di conforto, per fortuna o forse no, arriva sempre quando lo si desidera di più… Almeno sul Cammino!

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Tappa 40: Fanjeaux – Mirepoix. Al di là dello spartiacque

Con il post di oggi non vi racconterò storie di eretici e persecutori. Anzi vi risparmierò proprio la Storia, non perché i posti che abbiamo attraversato siano stati risparmiati dall’ordalia che ha posto fine al catarismo, o perché non ci siano storie interessanti da raccontare, ma perché oggi sono stata sopraffatta dall’emozione.
Infatti, avrete notato che, intanto, è la quarantesima tappa e, come ogni cifra tonda, fa sempre un po’ impressione. E poi, pochi chilometri dopo l’uscita di Fanjeaux, siamo saliti a un paesino che si chiama Hornoux e che segna il passaggio dello spartiacque fra il bacino del Mediterraneo e quello dell’Atlantico. Vuol dire che tutta l’acqua piovuta sulla terra che ho calpestato fino a ieri va a finire nel Mediterraneo, tutta quella che cade sul terreno che calpesterò da oggi in poi finisce nell’Oceano Atlantico…così come anche io spero di finire nell’Atlantico fra un mese e mezzo. Insomma, fa un po’ impressione!
E dopo aver scavalcato lo spartiacque, ecco un’altra grande emozione: dopo una curva, insospettato, oltre la bruma, ecco il picco del Saint-Barthélemy, la cima più vicina a noi dei Pirenei! È la prima volta che li scorgiamo e nel corso della giornata li abbiamo visti sempre più chiaramente, mentre incespicavamo nel fango… Bellissimo ed emozionante! Ora i Pirenei ci accompagneranno per i prossimi 19 giorni, fino a quando li valicheremo per raggiungere Roncisvalle… Dopo aver passato la Pianura Padana, le risaie della Lomellina, le Alpi, la Camargue, il mare, il Canal du Midi, essere in vista dei Pirenei mi fa veramente rendere conto di quanto si possa andare lontano, mettendo solo un piede avanti all’altro!20140627-193959-70799125.jpg

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