La serata di ieri sera è stata coronata dalla splendida e generosa ospitalità di Katia, Raffaele, Federica e Nicole: una famiglia di futuri pellegrini che mi ha accolta come una figlia. A loro va questo il mio pensiero e il mio affetto e soprattutto il mio sincero di buon Cammino per il prossimo anno!
Dopo aver lasciato Ferrera, attraverso risaie e campi di mais, finalmente mi sono incontrata con Alessandro, arrivato in treno a Mortara, per trascorrere insieme il week-end. Abbiamo tirato un po’ il fiato all’Abbazia di Sant’Albino e poi abbiamo ricevuto un graditissimo invito a pranzo da parte di Claudia e suo marito Franco, coi quali abbiamo anche proseguito per alcuni chilometri, finalmente lungo la Via Francigena! Purtroppo, ben presto non abbiamo più trovato i segnavia e così abbiamo aggiunto a una tappa, già sostanziosa, un altro paio di chilometri! Ora siamo a Nicorvo e concluderemo la serata al pub Sherwood, con spirito!
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In questa pagina riporterò le mie annotazioni lungo il Cammino, per quanto mi sarà possibile… se c’è un posto dove potrete seguirmi, beh, quel posto è qui! Buen Camino!
Tappa 2: Pavia – Ferrera Erbognone
Se si può valutare un Cammino dalla bellezza degli incontri, allora questo Cammino è già stupendo! Ieri sono stata ospitata da Guerrino, Irene e dalla fantastica Marina, una famiglia semplice, che mi ha fatta sentire a casa mia, fra amici di tutta la vita…e non ho sinceramente parole per esprimere adeguatamente la mia gratitudine: sappiate che vi porto con me nel cuore!
Oggi, invece, per la prima volta ho notato le occhiate curiose e un po’ stranite dei passanti: alcuni che salutavano, altri che chiedevano dove stessi andando e altri ancora che mi chiedevano di essere ricordati a Lourdes e a Santiago. La signora Giacomina che mi ha chiesto di abbracciare l’Apostolo anche per lei. E ora sono ospite di un’altra famiglia meravigliosa di futuri pellegrini, di cui vi parlerò domani…
Per quanto riguarda la tappa, finora ho camminato per il 90% del tempo su asfalto e non è stato leggerissimo, ma il Monte Rosa sulla destra, sempre più nitido, le risaie tutt’attorno, il primo boschetto e una stupenda pista di sabbia (non potete capire quanto sia bello camminare sulla sabbia battuta, se non dopo due giorni di asfalto!) e il pranzo con gli zii mi hanno fatto macinare anche oggi 30 km! Insomma, sono pronta per una cenetta preparata da un cuoco d’eccezione!
-7 alla partenza!!!
Prologo: da casa a Sant’Ambrogio
È vero che viviamo a Segrate solo dal 2012 e che non mi sento realmente “segratese”, ma sempre milanese. È vero che sono nata a due passi dalla Basilica di Sant’Ambrogio e che sono sempre stata molto legata alla mia diocesi, particolare, autonomista, sempre innovativa e a volte anche malvista… insomma, la Basilica di Sant’Ambrogio, dove riposa l’arcivescovo che non esitava a sgridare gli imperatori, era il luogo naturale da cui partire per il mio Cammino. Però… però… in fondo adesso abito qui… e allora? Allora oggi sono andata a piedi da casa a Sant’Ambrogio con Alessandro. È solo un prologo di 12 km e poco più, ma è importante. Siamo usciti di casa e ci siamo messi in Cammino. È stato bello ed è stato giusto iniziarlo insieme, così come lo finiremo insieme, sulle sponde dell’Oceano…
Cosa abbiamo visto?
La Basilica di Sant’Ambrogio viene costruita per volontà del Vescovo Ambrogio fra il 379 e il 386 d.C.: il Vescovo la volle dedicare ai martiri che subirono le persecuzioni e prese per questo il nome di Basilica Martyrum. Solo alla morte del Vescovo, quando le sue spoglie furono tumulate sotto l’altare maggiore insieme ai resti dei Santi Martiri Gervaso e Protaso, venne ridedicata in suo onore. La basilica venne ricostruita alla fine del primo millennio, secondo i canoni dell’architettura romanica dal Vescovo Anselmo, un altro grande vescovo di Milano. La nuova costruzione manteneva tre navate e tre absidi, non aveva il transetto e aveva ancora il quadriportico. Notevole l’Altare di Sant’Ambrogio, capolavoro dell’oreficeria carolingia, in oro, argento dorato, pietre preziose e smalti, giace proprio sopra le reliquie dei santi, collocate al di sotto dell’altare stesso e visibili da una finestrella sul lato posteriore. L’altare è stato realizzato dai Maestri delle Storie di Cristo (che si occuparono della decorazione del lato lungo anteriore) e dal maestro Vuolvinio (che realizzò il lato lungo posteriore) fra l’824 e l’859 La Basilica di Sant’Ambrogio appare oggi come un caso isolato di romanico lombardo, poiché altri esempi coevi (come le cattedrali di Pavia, di Novara e di Vercelli) sono ormai andati distrutti o hanno subito radicali trasformazioni.
Una curiosità: su una colonna di granito, probabilemente romana, all’interno della Basilica, poggia il Serpente di Mosè, che scappò all’ira iconoclasta del re Ezechia. È una scultura in bronzo (in passato creduta quella originaria di Mosè) donata dall’imperatore Basilio II nel 1007. Al serpente si indirizzano preghiere per scacciare alcuni tipi di malanni e si dice che la fine del mondo verrà preannunciata dalla sua discesa da questa colonna sulla quale giace immobile.
Per un approfondimento sull’Altare di Sant’Ambrogio, seguite questo link.