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Tappa 27: Fontvieille – Arles

Purtroppo ieri ho commesso un errore stupido da principiante: alla dodicesima vescica, la tredicesima si è strappata, poiché la pelle si è macerata per il caldo. Purtroppo la vescica suicida era quella peggiore: sotto il mignolino del piede e…bisogna provarlo, ma non usare un mignolino per camminare è impossibile! Così oggi ho usato poco i piedi: seguendo il consiglio sia di Georges che di Renée, la nostra hospitalera ad Arles, che ci hanno sconsigliato di raggiungere la città seguendo il Cammino, perché troppo pericoloso, siamo andati a visitare il Musée d’Arles Antique e le antichità romane della città. Questa sera, quando il caldo furente calerà, faremo un po’ di festa per salutare Roberto, che torna a casa, e i miei genitori che hanno terminato i giorni di ferie. Ecco anche oggi un po’ di foto!20140612-175917-64757274.jpg

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Tappa 26: Cavaillon – Saint-Rémy de Provence – Fontvieille

La tappa di oggi è un po’ strana da raccontare e magari i puristi non approveranno, ma tant’è… Stamani ci siamo alzati alle 4 a Cavaillon e abbiamo svegliato Monsieur Jacques che ci ha preparato una ricca colazione con le confetture preparate da lui stesso – dopo la cena preparata al livello di un grande chef non ci potevamo aspettare altro che le sue confetture! -. Alle 5 eravamo in cammino, pronti a raggiungere Orgon, Eygalières e quindi Saint-Rémy de Provence. Tutto è andato benissimo fino alle 9, quando abbiamo lasciato Eygalières dopo esserci concessi uno spuntino. Dopo, il caldo ha iniziato a mordere, ma siamo stati per lo più al riparo dei pini marittimi, nello splendido scenario delle Alpilles…ciò nonostante, l’aria era torrida e diventava penosa ogni volta che deviavamo dalla direzione ovest. Eravamo a Saint-Rémy per mezzogiorno; mentre Stefano è rimasto indietro per sostenere Mariarosa, noi abbiamo accettato l’invito di Georges a essere ospiti a casa sua a Fontvieille questa sera e questa notte. In realtà, ho un piccolo problema: la mia dodicesima vescichetta, sotto il mignolino del piede sinistro, si è strappata, lasciando scoperta la carne viva e rendendo difficile e doloroso camminare. Una volta a Fontvieille, Georges ci ha accompagnati in una farmacia per cercare un cicatrizzante, che ora ho applicato al dito dolorante… Spero che faccia effetto per domani, visto che dobbiamo andare ad Arles!20140611-234259-85379574.jpg

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Camminare… Con la testa nello zaino

Tutti gli oggetti che ti servono sul Cammino possono stare in uno zaino di 10 kg. Ma non è detto, nemmeno se il tuo zaino pesa il doppio, che tu riesca a fare il Cammino e ad uscirne intero. La cosa più importante da portare, in realtà, non va nello zaino: è la testa. Non le gambe, non i piedi, non le spalle, ma la testa. Puoi avere con te i materiali migliori, esserti allenato per mesi, avere chiare le tappe e le ospitalità, ma se la testa non è in cammino, allora non serve a nulla.
Ti serve una testa che non pensi alla meta: quella è troppo lontana, anche quella di stasera. Che pensi a sopravvivere e scovi gli angoli d’ombra, gli alberi da frutta, si sappia svegliare e riposare bene. Che pensi al corpo e non gli lesini le cure necessarie, le piccole attenzioni, ma che non faccia caso ai piccoli problemi. Al doloretto, al sudore che inzuppa una maglietta tecnica non “inzuppabile”; una testa che sappia però dare il giusto peso a ciò che il corpo le comunica. Una testa che non guardi negli angoli delle stanze in cui dormirai, per non notarvi la polvere o la sporcizia, ma si concentri piuttosto sul lavare bene i vestiti di oggi e sul disinfettare con cura la tua nuova vescica.
Una testa che pensi che, ogni passo che fai, ti avvicina di più a chi ami, non che te ne allontana di altri 50 cm.
Serve una testa che sappia guardare vicino e lontano allo stesso tempo, perché se non superi questa collina o quella pianura sterminata, allora non arriverai ai Pirenei. Non vedrai l’oceano. Una testa che ricordi perché lo fai. Anche se nemmeno tu, forse, lo sai.

Tappa 25: Coustellet – Cavaillon.

Oggi abbiamo dovuto ricorrere a estremi rimedi per combattere mali estremi: il caldo torrido di questi giorni, con temperature massime registrate di 36-37 gradi all’ombra (figuriamoci al sole!), ha disseminato un numero cospicuo di vesciche sui miei piedoni. Non che non me lo aspettassi, anzi, pensavo di arrivarci prima! Ma rimane il fatto che camminare non è proprio agevole. Di conseguenza, alle 6 eravamo già in marcia, per evitare di essere ancora in cammino nelle ore più calde, e abbiamo anche scelto di fare tappa a una dozzina di km solamente da Coustellet: a Cavaillon. Qui avevamo preso contatto con un sacerdote italiano, curato della cattedrale da molti anni. Essendo arrivati presto (nonostante avessimo sbagliato strada e quindi allungato di circa 3km il tragitto originario), abbiamo cercato con lui una soluzione per essere ospitati un po’ più in là lungo il Cammino. Una serie di sfortunati eventi, però, ha reso impraticabile questa ipotesi e quindi Roberto ed io ci siamo fermati a Cavaillon, presso M. Jacques, che accoglie i pellegrini a casa sua, mentre Stefano e Maria Rosa hanno deciso di proseguire fino a Orgon, portandosi avanti di circa 6km sulla tappa di domani. Il nostro programma é di alzarci molto presto domattina e raggiungere Saint-Rémy de Provence per l’ora di pranzo, così da avere il tempo di riposare e visitare i resti romani dell’antica Glanum.20140610-125544-46544695.jpg

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Tappa 24: Apt – Coustelet

La serata di ieri sera è stata di grande festa, ad Apt: concerti, musica, maschere e spettacoli…noi ci siamo concessi una pizza e un daube à la provençale e poi ci siamo trascinati a letto, stremati dal caldo. Oggi, invece, siamo partiti più presto e abbiamo affrontato la tappa di punta, arrivando a Coustelet all’una e guadagnando tempo per il prezioso riposo. Passando davanti al Ponte Giuliano (voluto da Giulio Cesare) abbiamo incontrato una pellegrina: Maria Rosa, una signora di Barcellona che sta andando a Santiago da Roma a piedi. Lei ha camminato per il resto della tappa con Stefano, mentre Roberto ed io abbiamo proseguito il nostro pellegrinaggio di bar e ciliegie!
Ora siamo a Coustelet e ci aspetta una serata di festeggiamenti pellegrini per il mio trentesimo compleanno, che cade oggi!

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Tappa 23: Reillanne – Apt

La giornata di oggi è stata la più devastante di tutto il cammino fatto fin qui: più di 32 km, percorsi prevalentemente su asfalto, con temperature incandescenti e umidità a manetta. Oltre tutto, a rallegrarci, siamo anche stati presi a male parole perché abbiamo osato riempire le borracce di acqua al rubinetto di un camping… Ora voglio solo riposare un po’ e quindi…vi lascio alle foto!
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Tappa 22: Forcalquier – Reillanne

Questa mattina la tappa si presentava breve e riposante, senza grosse difficoltà…e poi volevamo arrivare con calma per poter festeggiare, la sera, il compleanno di Roberto. Partiamo e ci dirigiamo su Mane: in realtà io mi sento un po’ rintronata, perché stamane ho dormito più del previsto e mi sono svegliata di soprassalto. Segue i segnali meccanicamente, i piedi che quasi sbattono a terra… Dopo Mane, arriviamo al priorato di Salagon: non molto tempo dopo sentiamo correre degli animali e ci superano come due fulmini due cagnolini da caccia. Per diversi chilometri ci precedono, correndo in avanscoperta, quasi sapessero leggere il balisage! Poi, quando stavamo per uscire dal bosco, uno dei due se n’è andato, lasciandoci con la sorella Lulù. Non c’è stato niente da fare: voleva venire con noi! Alla fine, arrivati assetati al bar di St.-Michel l’observatoire, abbiamo chiesto alla cameriera di avvertire il suo padrone al numero segnato sul collare. La bellissima Lulù, finché non è arrivato il padrone, non ci ha lasciato muovere un passo, restando sempre alle nostre calcagna e facendoci ridere per la devozione che ci dimostrava.
Dopo il paese di Saint-Michel la tappa era già oltre la metà e in un paio d’ore l’abbiamo finita, giungendo a Reillanne, dove ci aspettavano i miei genitori, per cenare insieme e festeggiare Roberto.
Come ho già scritto, stiamo imparando a gestirci le tappe come meglio crediamo, cercando di veder tutto, ma senza morire di fatica la sera: mai come in questi giorni mi sembra chiaro quello che dice Machado. Ossia, il cammino lo fa il viandante, il cammino di per sé non esiste… In questi giorni sono proprio le nostre orme nella polvere a tracciare un nuovo cammino, che prima non esisteva…20140608-173247-63167853.jpg

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Tappa 21: Peyruis – Forcalquier

La prima missione di oggi era raggiungere il monastero benedettino di Ganagobie. Beh, l’abbiamo portata a termine e con grande soddisfazione! Ganagobie è un pezzo di Medioevo che, nonostante tutti i rimaneggiamenti e i periodi di abbandono subiti, sembra essere riuscito a naufragare fino a noi… In particolare, le decorazioni architettoniche, le cui iconografie sembrano uscite da un incrocio non mediato fra l’arte preistorica e il Medioevo, mi hanno affascinata moltissimo. Fortunatamente, siamo arrivati sul posto pochi minuti prima delle 9 e abbiamo potuto entrare, ma purtroppo non vedere i mosaici che affiancano l’altare maggiore… Bisognerà tornare, prima o poi…
Dopo Ganagobie, abbiamo raggiunto Lurs, attraversando anche un bosco in cui un anonimo artista ha disseminato piccole opere d’arte fatte di sassi e ramoscelli. La parte più difficile della tappa, però, è stata raggiungere Forcalquier, con il sole ormai a picco sulla testa e il sudore a goccioloni. Il sentiero è, in realtà, molto piacevole e in un paio d’ore siamo arrivati a Forcalquier. Questa sera siamo ospitati presso il presbythère, dove organizzeremo anche una cena “pellegrina” in compagnia dei miei genitori.
In questo momento mi viene da fare una riflessione così, estemporanea: in questo cammino, come in ogni passo della nostra vita, ci sono i momenti in cui lo zaino si fa più pesante, il passo più lento, la testa stanca…ringrazio il cielo che mette sempre sulla mia strada un albero di ciliegie quando questo avviene, e che spesso quell’albero sono i sorrisi e l’affetto di chi mi ama, da vicino e da lontano: mio marito, i miei genitori, mia nonna, i miei zii…e tutti gli amici che mi stanno accompagnando in questo viaggio! Spero di poter essere anche io una ciliegia che allieti il pellegrino stanco e assetato.

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Tappe 20: Sisteron – Peyruis

Alcuni dei ricordi più belli che mi resteranno di queste settimane, trascorse attraversando la Francia a piedi, saranno sicuramente legati all’accoglienza splendida e generosa di alcune famiglie che mettono a disposizione dei pellegrini le loro case e il loro tempo, senza chiedere nulla in cambio. Uno di questi ricordi sarà relativo alla tappa di oggi: da Sisteron a Peyruis.
La tappa è stata molto piacevole: i dislivelli iniziano a essere meno marcati e i paesini un po’ più animati. Soprattutto, quello che sta cambiando di più, è il clima: stiamo lasciando pian piano le Alpi e, anche se stamane a Sisteron c’era una nebbia fredda, in breve l’aria si è fatta calda e umida, quasi soffocante… Immagino cosa sarà il caldo della Camargue fra non molti giorni! Ormai abbiamo anche iniziato a conoscere bene come funziona la mente – a volte un po’ perversa – dell’autore della nostra guida e di chi ha messo e mantiene egregiamente il balisage del GR: per questo abbiamo iniziato a guardare con occhio critico entrambi i percorsi e a distanziarcene quando lo riteniamo utile. Il risultato é che stiamo risparmiando chilometri alle nostre gambe e dislivelli non sempre necessari. Con il caldo che aumenta, evitare di arrivare troppo tardi e quindi fare aggiustamenti intelligenti diventerà sempre più importante, ma questo è possibile solo grazie al fatto di avere un’ottima guida, con un apparato grafico adeguato e comprensibile, e una segnaletica quasi impeccabile.
La tappa di oggi, in particolare, si è svolta prima sulle colline alle spalle di Sisteron e poi nelle ravines, dei calanchi scavati nella roccia calcarea dalle intemperie, che separano Peipin e Châteauneuf-Val-Saint-Donat: un paesaggio quasi lunare che ci ha spinti al silenzio rispettoso, dovuto anche al calore montante. Sia io che Roberto siamo arrivati a Châteauneuf lessati, con una scorta di poche gocce di acqua calda. Dopo una breve pausa siamo ripartiti: questa sera, a Peyruis ci raggiungono i miei genitori, che hanno deciso di trascorrere qualche giorno di vacanza da queste parti…forse per controllare che l’unica figlia fosse davvero ancora in vita! E così, armati di borracce di nuovo piene di acqua fresca, abbiamo affrontato il tratto di strada che ci separava da Peyruis, seguendo uno dei pochi tratti superstiti della romana Via Domitia. Incontrare i miei genitori dopo tanti giorni di Cammino è stato bello, ma il momento è stato breve: questa sera noi saremo ospitati da una famiglia di Peyruis e loro dovevano ancora trovare alloggio…ci rivedremo domani a Forcalquier! L’accoglienza che ci è stata riservata da Florence, Christian e da una delle loro figlie è stata bellissima: la cena nel giardino stupendo della loro casa, rallegrata dal canto delle rane e dei rospi, le chiacchiere e le risate come se fossimo in famiglia… Sono momenti che non mi sarei mai sognata di vivere e che non scorderò!20140607-180336-65016271.jpg20140607-180337-65017362.jpg20140607-180339-65019154.jpg

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Tappa 19: La Motte du Caire – Sisteron

La tappa di oggi si presentava come un susseguirsi di salite e discese finalizzate a evitare il tracciato delle strade asfaltate. Già ieri sera le condizioni del ginocchio di Stefano ci avevano fatto riflettere sull’opportunità di compiere la tappa seguendo la traccia del GR, ma stamane, dopo avere passato il Passaggio dell’uomo morto, la difficoltà è apparsa evidente. Così abbiamo optato per un comodo nastro di asfalto che ci ha condotto in poco più di 12 km fino a Sisteron. E così, eccoci qua: a Sisteron, dopo una bella cena a riposare. E io vi lascio alle foto di oggi, pochine a causa del tempo inclemente!

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