Tappa 60: Roncisvalle – Larrasoana. La calura!

Oggi siamo partiti alle 6:40… Forse un po’ tardi, ma tant’è! Fortunatamente la tappa è ricca di boschi, perché altrimenti ci saremmo cotti come delle salamelle! Al gruppo oggi si è aggiunto anche Sean, un ragazzo australiano in viaggio per l’Europa. Il Cammino è andato molto bene, rinfrescato dalla tappa obbligatoria al Río Arga a Zubiri per rinfrescare i piedi stanchi… Purtroppo, però, la calura ci ha ritrovati!

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Tappa 59: Saint-Jean-Pied-de-Port – Roncisvalle

La tappa di oggi è stata, in una sola parola, indescrivibile. Non ho parole per dire l’intensità delle emozioni provate, entrando in Spagna, ricalcando sentieri molto amati, rivedendo e riamando luoghi in cui ho lasciato un pezzo di me… La cosa migliore che posso fare è mostrarvi le foto e lasciarvi immaginare ciò che ho provato nel varcare questo traguardo così importante.
Quello che posso raccontarvi, però, è che avevamo deciso di salutare degnamente Stefano, che torna in Italia, con una cena al ristorante. Purtroppo, però, la tradizionale Messa del pellegrino è stata celebrata dal vescovo di Pamplona perché ricorreva la festa della dedicazione della Collegiata di Roncisvalle. La cena è iniziata alle 21:30 e l’albergue ha chiuso alle 22. Così è venuto apposta un prete per consentirci di entrare in camera!

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Tappe 57 e 58: Mauléon – Saint-Juste Ibarre – Saint-Jean-Pied-de-Port

Gli ultimi due giorni mi hanno regalato emozioni molto intense, che faccio fatica a scrivere in questo momento, perché sono ancora molto vive.
Alla partenza da Mauléon, tutti abbiamo letto l’avviso che consigliava di non seguire il GR78 a causa delle alluvioni delle scorse settimane, ma di seguire la strada dipartimentale. Nonostante la mia recente politica volta a conservarmi in vita e a evitare inutili sbattimenti aggiuntivi (anche perché da alcuni giorni lo zaino mi faceva letteralmente dannare perché ormai troppo grande per il mio corpo), al bivio ho preso il GR, decidendo di seguire un percorso indicato da Google Maps. Sarà che le gambe ormai vanno da sole, sarà che il paesaggio era meraviglioso, ma mai scelta fu più azzeccata! È stata una tappa esaltante, coronata dall’incontro con il barista più gentile di tutto il Cammino.
Dopo una cena all’insegna del partage con i nostri amici Scout, che si fermano a Saint-Jean una settimana per aiutare le famiglie colpite dall’alluvione, stamani sono partita con Zac e Chrissa alle prime luci, per evitare il caldo e perché avevamo un po’ di commissioni da fare in città. Abbiamo camminato per quasi 15km immersi in una nebbia densa, da cui ogni tanto spuntavano mucche o angoli di pascoli sospesi nel nulla, con mucche e pecore che sembravano in paradiso. Arrivati a Saint-Jean-Le-Vieux, il cielo si è aperto e il caldo è arrivato, ma ormai eravamo alla meta: Saint-Jean-Pied-de-Port, l’inizio “ufficiale” del Cammino Francese. Nel corso della giornata abbiamo fatto tutte le cose che ci servivano: la prima era andare all’Accueil e prendere tutte le informazioni necessarie sul Cammino Francese, poi ho dovuto procurarmi un nuovo zaino e spedire a casa un po’ di cose non più necessarie. Risultato: pacco da 2,61kg!
La serata è stata un po’ frenetica: davanti all’Accueil ho incontrato Vincenzo, pellegrino milanese che da domani rotellerà verso Santiago, poi siamo andati tutti insieme alla Messa serale per la benedizione dei pellegrini e, infine, abbiamo abbozzato la cena di saluto con i nostri amici Scout. Abbozzato perché l’unica cosa esistente nella cucina che hanno messo a loro disposizione è un microonde. Quindi ci siamo arrangiati senza pentole, piatti né posate, facendoci delle grasse risate. Almeno fino ai saluti: ci terremo in contatto, ma non trovarli più a fine tappa sarà davvero triste!

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Tappa 56: L’Hôpital-Saint-Blaise – Mauléon.

La tappa di oggi è iniziata ed è continuata sotto la pioggia, prima al fresco e poi con il caldo e il sudore, che non si sa mai se è meglio essere zuppi di pioggia o di sudore… Comunque è stata una tappa breve e bella, in mezzo ai boschi e poi ai pascoli, fino alla discesona verso Mauléon.
Il nostro gruppo misto di “pilgrims” composto da Italiani, Statunitensi, Francesi e Scout si mantiene invariato e oggi ci godremo tutti insieme la festa basca di Mauléon, che si sovrappone alla festa nazionale del 14 luglio. Domani avremo l’ultimo alloggio prenotato e ne approfitteremo per aspettare che il primo negozio di alimentari qui in paese apra, per poter fare un po’ di spesa per il pranzo e la cena.
Fra due giorni sarò a Saint-Jean-Pied-de-Port … E mi vengono in mente le altre volte in cui ci sono arrivata: a quest’ora ero a Milano, nella mia cameretta, a fare lo zaino, pesarlo, guardarlo con un po’ di sospetto, contando i minuti che mi separavano da un’avventura che non sapevo dove e cosa mi avrebbe portato. Le altre volte, con me, c’erano Maria Luisa Albizzati e UrcaUrca Tirulero. Questa volta sono a Mauléon, aspettando di andare alla cena basca della festa del paese. Lo zaino è accasciato sulla sedia, stanco anche lui per i circa 1450km già fatti insieme… Ma l’emozione di accostarmi alla traversata dei Pirenei, al luogo dove è caduto Rolando, è la stessa: e mi chiedo se, anche questa volta, ce la farò.20140714-182938-66578588.jpg

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Tappa 55: Oloron Sainte-Marie – L’Hôpital-Saint-Blaise.

Questa mattina ho fatto la scelta di partire prima e di camminare sola: per tanti giorni è stata una scelta obbligata, ma oggi è stata una scelta. Con me è partita anche Jocelyne,a nostra artista: voleva anche lei camminare sola e trovare il ritmo che le appartiene. La differenza fra l’obbligo e la scelta spesso dà un sapore tutto diverso alle cose e anche oggi è stato così. La solitudine è uno dei tanti doni del Cammino e oggi l’ho assaporato a pieno, guardando le mucche, ammirando il mais che cresce verde contro il cielo azzurro, camminando nel bosco e cantando a squarciagola verso le nuvole. È nella solitudine che troviamo il nostro ritmo, parliamo con noi stessi e capiamo ciò che è realmente importante.
L’arrivo a L’Hôpital-Saint-Blaise, poi, è stato premiato dalla scoperta della chiesa del XII secolo dedicata a San Biagio: un gioiello del romanico basco.

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Tappa 54: Arudy – Oloron Sainte-Marie

Ieri sera siamo stati invitati da père Pierre alla bellissima cena organizzata per i volontari che aiutano a far funzionare la parrocchia. Ed è lì, fra un bicchiere di vino e una coscia di pollo, che abbiamo incontrato di nuovo un gruppo di quattro ragazzi Scout, che già avevamo incrociato lungo il sentiero. Sarà forse stata la ben motivata avversione per le circonvoluzioni boschive e fangose del GR, sarà forse la pioggia di questa mattina, fatto sta che oggi il nostro gruppo pellegrinante si è ingrossato da 5 a 10 membri, con l’aggiunta anche di Madeleine, pellegrina francese poliglotta che fa ogni anno un pezzetto di strada da Le Puy a Santiago. Seguendo le indicazioni di père Pierre, siamo arrivati a Oloron, prendendo pochissima pioggia, forse solo per l’aiuto di San Giacomo, perché meteo più avverso di così non si poteva! Eppure ce l’abbiamo fatta: domani ci aspetta Hôpital Saint-Blaise!

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Tappe 52 e 53: Lourdes – Asson – Arudy

Mi rendo conto solo ora che da ben 3 giorni non scrivo una parola. In realtà, la giornata trascorsa a Lourdes – quasi solo nel santuario – mi ha regalato emozioni intense e molto personali: la benedizione dei pellegrini in partenza per Santiago nella cripta del santuario, il bagno nelle piscine e altri momenti di raccoglimento in cui non avevo sotto gli occhi rosari, mantelline, bottiglie, taniche e soprattutto ceri in vendita… Un ringraziamento particolare sento di doverlo a Jean-Louis, che ci ha consentito di fermarci un giorno in più a La Ruche e che ogni giorno cerca di prendersi cura al meglio dei pellegrini che passano da Lourdes. Proprio a La Ruche abbiamo incontrato i nostri nuovi compagni di viaggio: Jocelyne, Chris e Zac, tre ragazzi Americani coi quali da ieri stiamo camminando verso Saint-Jean-Pied-de-Port. E c’è anche un’ottima notizia: Alessandro, mio marito, mi raggiungerà a Pamplona! Per il resto…vi lascio alle foto!
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Tappa 51: Bagnères de Bigorre – Lourdes. Una tappa molto attesa

Era da molto tempo (oltre che da molti chilometri) che attendevo questa tappa. Non mi sono informata prima su Lourdes, ma ero un po’ spaventata perché comunque sapevo che qui si fa un gran mercimonio di quello che è la fede delle persone. Devo dire che, nonostante la folla e l’impressione di essere arrivata a piedi in un luogo equidistante da Napoli, Palermo e Torino – perché qui tutto è italiano: dalla libreria cattolica alla gelateria, fino ai numerosissimi pellegrini pullmanati nostrani -, Lourdes mi ha colpita. Il santuario emana in effetti un’energia particolare: posto com’è su una spaccatura della roccia ai margini dei Pirenei, dall’acqua e dalla roccia si sente che qui è successo qualcosa e la fede e la speranza che riversano qui i tanti malati non fanno che accentuare la sensazione. Ciò detto, al di là del ponte, occorre tapparsi occhi e orecchie per ignorare il bazar di ricordini, taniche per l’acqua santa, rosari e statue di Maria di tutte le dimensioni…perfino di mantelle anti pioggia (effettivamente utili!).
Ma la parte più bella di questo primo giorno a Lourdes è stato Jean-Louis, il nostro Hospitalero all’albergue La Ruche. Un uomo che accoglie il pellegrino sudato e puzzolente come se fosse un re e si spende fino allo sfinimento. Domani mattina, grazie a lui, parteciperemo, con gli altri 5 pellegrini italiani che oggi sono suoi ospiti, alla Messa del mattino con benedizione dei pellegrini, nella cripta del santuario… Domani sarà una giornata da pellegrina di Lourdes: porto nel cuore le preghiere e un pensiero per tutti coloro che me ne hanno chiesto uno e in particolare per tutti coloro che mi hanno accolta e accompagnata durante questo Cammino, oltre che per la mia famiglia e per tutti gli amici di sempre. Vi saprò dire come andrà il secondo giorno!

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Tappe 49 e 50: Montsérié – Sarlabous – Bagnères de Bigorre. In mezzo ai bricchi e alle alluvioni

Questo post riguarda due tappe, molto simili fra loro: lasciando Montsérié fino al nostro arrivo oggi a Bagnères de Bigorre, abbiamo affrontato salite e discese in mezzo a boschi e pascoli dei Pirenei, sotto agli occhi perplessi di mucche, vitelli e tori e davanti a cani giocherelloni, annoiati o semplicemente vocianti. A parte ieri mattina, siamo stati costretti ad abbandonare il tracciato del GR, perché le condizioni meteo rendevano avventato addentrarsi nei boschi su sentieri che in poco tempo diventano una trappola di fango. Già ieri alle 14, infatti, siamo stati raggiunti dal primo rovescio torrenziale, seguito da molti altri fino alla tarda mattinata di oggi.
La logica conseguenza è stata una partenza ritardata stamattina, nel tentativo riuscito di temporeggiare fino a un miglioramento delle condizioni meteo.
La tappa di oggi ci ha anche regalato una chicca culturale: l’abbazia di Escaladieu, una delle più grandi abbazie cluniacensi del XII-XIII secolo. Da essa sono nate ben 13 abbazie figlie in Spagna e Francia, ma dopo la fine del XIV secolo, Escaladieu affrontò una serie di sventure: prima le depredazioni da parte di gruppi di briganti, poi le guerre di religione e infine la Rivoluzione Francese, che portò alla vendita della struttura… I suoi edifici – fra cui il chiostro – sono stati distrutti, altri, recuperati recentemente, sono oggi accessibili al pubblico nell’ambito dell’Itinerario Culturale Europeo delle Abbazie Cistercensi (dovrebbero farne parte anche Chiaravalle e Morimondo).
Ora siamo a Bagnères de Bigorre, prima luogo in cui ci sono attività commerciali di qualunque tipo da 3 giorni a questa parte!
Domani, a Dio piacendo, arriveremo a Lourdes, dove sosteremo un giorno, nella speranza che il maltempo se ne vada. E poi comincerà l’avvicinamento a Roncisvalle: e dire che sembra ieri che abbiamo affrontato la salita al Monginevro!

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Tappa 48: Saint-Bertrand des Comminges – Montsérié. Un ospitale speciale

Oggi la tappa è stata breve e tranquilla, in un lento sali scendi fra pascoli e boschi: le uniche cose rilevanti da vedere erano le Grottes de Gargas (una di quelle con le mani dalle dita mozzate), dove però non siamo riusciti ad arrivare in tempo per la visita guidata, e la chiesa di Nestier con i suoi affreschi giacobei, che abbiamo trovato chiuso. Ma nessun giorno su questo Cammino va sprecato! Vi racconto la storia della nostra hospitalera di ieri: la signora Marie di Saint-Bertrand des Comminges. Questa signora abita in una casa apparentemente “vecchia” nella parte bassa della città e accoglie i pellegrini a donativo, offrendo loro affetto, calore, cena, prima colazione e tutto ciò di cui hanno bisogno. A colazione, stamane, ci ha narrato la sua storia: la casa, risalente almeno al 1610, era l’antico ospitale per i pellegrini diretti a visitare i resti di Saint-Bertrand e a Santiago. È in quella casa che, nel XVII secolo, San Benedetto Labre trascorse un lungo periodo accudendo i pellegrini, dopo essere stata assolto dall’ingiusta accusa di omicidio che gli era stata rivolta. Il nonno della signora acquistò la casa e ne fece una casa colonica: dal 2004, su stimolo del parroco di Saint-Bertrand, la signora Marie ha restituito la casa alla sua vocazione e ha raccolto lei stessa l’eredità di San Benedetto Labre. Se capitate pellegrinando a Saint-Bertrand, un abbraccio e un saluto a questa signora eccezionale sono d’obbligo: nel suo sguardo leggerete l’amore e la devozione verso i pellegrini che rendono questo Cammino forse quello più bello dal punto di vista degli incontri e della condivisione umana, fra quelli che ho percorso fin qua.

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